Torna a distanza di tre anni dal convincente “At Swim” la cantautrice irlandese Lisa Hannigan: lo fa con un album molto particolare, registrazione di un concerto tenuto a Dublino, dove per l’occasione fu accompagnata magistralmente dall’orchestra Stargaze.

Diretta dal maestro tedesco Andre de Ridder e prodotta da Aaron Dessner dei The National, la Hannigan mostra una maturità  interpretativa pienamente acquisita, e uno spessore tale da renderla una delle più interessanti voci di questo millennio. Oltre il folk, seppur eseguito da lei sin qui magnificamente, c’è di più e ce lo dimostra ampiamente in questo progetto sui generis.

Per chi scrive ed era già  stato letteralmente incantato dai suoi contributi nei dischi di Damien Rice, non c’è niente in fondo di sorprendente, ma è indubbio che queste 14 canzoni godano eccome di arrangiamenti eleganti e raffinati che vanno a conferire ulteriore valore al tutto, senza accentuarne il lato epico ed enfatico, come spesso accade in operazioni di questo genere.

La voce di Lisa è più che mai seducente, ammaliante e in genere rassicurante ma c’è spazio anche per massicce dosi di intensità  emotiva, in brani che avevamo già  ampiamente apprezzato nei suoi lavori precedenti (8 tracce su 14 derivano dal già  citato recente “At Swim”): pensiamo ad esempio alla malinconica dolcezza di “Lille” o alla solennità  di “Undertow”, rese magnificamente in collaborazione con l’orchestra Stargazer.

Il tasso emotivo e qualitativo si mantiene elevato anche tra le grevi pieghe dell’oscura “Barton”, nell’accorata “We the Drowned”, nella splendida “Little Bird”, uno dei vertici creativi della sua produzione, e nella poetica e lunare “Swan” (inedita al pari dell’incalzante “Bookmark”), quest’ultima nata dal connubio con Dessner ed Enda Walsh.

E’ un album questo da gustarsi lentamente dall’inizio alla fine, magari al chiaro di luna. Non c’è nemmeno bisogno di esservi predisposti: saranno le canzoni stesse, la straordinaria voce della magnetica Lisa a farvi soffermare attentamente all’ascolto.

Con “Live In Dublin” si chiude in maniera perfetta per Lisa Hannigan un ciclo su una prima fase della propria carriera, che già  l’ha vista imporsi a livello internazionale, ma che lascia altresì aperti nuovi e interessanti scenari da qui in avanti: con i mezzi artistici di cui dispone c’è da scommettere che sarà  in grado di stupirci ancora in futuro.

Credit Foto: Rich Gilligan