E’ già  passato un po’ di tempo dalla pubblicazione della prima TOP 10 relativa agli U2, quella che riguardava le canzoni prese dagli anni ’80. Bisogna finire il lavoro.

BEAUTIFUL DAY

2000, dal disco “All That You Can’t Leave Behind”

Il disco del “rifiuto” alla sperimentazione, del fare marcia indietro perchè “POP” si era spinto troppo in là . Questo singolo faceva sperare in un ritorno ai vecchi U2. Disco che non è affatto da disprezzare. Che poi contenga un orrore come “Elevation” è un’altra storia.

SOMETIMES YOU CAN’T MAKE IT ON YOUR OWN

2004, dal disco “How to Dismantle an Atomic Bomb”

In un disco che, per chi vi scrive, rappresenta uno dei punti bassi della carriera (quasi peggio degli ultimi, impresentabili lavori) e che contiene una vera e propria cafonata micidiale come “Vertigo”, una luce brilla nel buio. Toccante e personale “Sometimes You Can’t Make It on Your Own” è davvero una perla.

STAY (FARAWAY, SO CLOSE)

1993, dal disco “Zooropa”

Che dire di “Zooropa”? Tutto e il contrario di tutto. Per quanto possa essere fuori fuoco a tratti, beh, possiede una vitalità  e una forza che è assolutamente invidiabile e poi, in mezzo a tanta sperimentazione, ecco che arriva la ballata con la B maiuscola.

THE FLY

1991, dal disco “Achtung Baby”

“Achtung Baby”: la ribellione all’immagine che tutti avevano degli U2, pure gli U2 stessi! Il primo assaggio è sconvolgente. Il loro album migliore? Mah. Certo che “The Fly” introduce a questi nuovi U2 e spaventa, ammalia, incanta e ci conquista, tra chitarre acide e un falsetto da brivido.

ULTRAVIOLET (LIGHT MY WAY)

1991, dal disco “Achtung Baby”

Ricordo benissimo la prima volta che ascoltai “Achtung Baby”. In silenzio. Muto. Alla fine il brano che più mi aveva preso era stata questa “Ultraviolet” con quel ritornello, quel “baby” ripetuto. E da allora l’amore non è mai passato. Per me uno dei vertici totali della band. Singolo mancato a dire poco.

EVEN BETTER THAN THE REAL THING

1991, dal disco “Achtung Baby”

La canzone che, fin dal video stesso, rappresenta di più il mood e lo spirito di “Achtung Baby” e del successivo tour. Quelle telecamere che girano ci fanno davvero perdere la testa, come questa canzone dal ritornello micidiale che si appiccica nel cervello.

PLEASE

1997, dal disco “POP”

Mi chiedo spesso cosa è successo “nella stanza dei bottoni” dopo “POP”. Tutti a guardarsi in faccia e a dirsi…”E adesso? Che facciamo? Siamo andati troppo in là ? Non è che abbiamo sbagliato un po’ tutto stavolta?“. L’occhio alle vendite, l’occhio alla storia…mah. Certo che quella “paura” (tra virgolette, sia chiaro), quel freno a mano perennemente tirato nei dischi successivi, beh, qui non c’è. Un pezzo come “Please” è da brividi. Che poi agli U2 stessi probabilmente piaccia ben poco non toglie il valore a un disco che deve assolutamente essere rivalutato (e che a mio avviso resta comunque molto meglio di tutta la produzione anni 2000).

IF GOD WILL SEND HIS ANGELS

1997, dal disco “POP”

Altra delizia targata “POP”, ballata minimale ma con una melodia cristallina.

BABYFACE

1993, dal disco “Zooropa”

Quel gioiello “alla Velvet Underground” che è “Babyface” mi ha sempre fatto impazzire. Lo ammetto. Ho una passione morbosa per questo brano che trovo semplicemente perfetto. Dalla chitarra liquida di The Edge, alla melodia deliziosa, al modo di cantare di Bono che a me ricorda Lou Reed, per non parlare dei coretti sottotraccia. Dai, ma cosa volere di più. La ballata perfetta dell’era digitale.

ONE

1991, dal disco “Achtung Baby”

Beh, dai. “One” è “One”. Stop.

BONUS TRACK: HOLD ME, THRILL ME, KISS ME, KILL ME

1995, dalla colonna sonora di “Batman Forever”

Il film è una porcheria, ma il brano dei nostri viaggia davvero che è un piacere. Bello carico come una molla. Mi piace però riportare l’esecuzione live perchè ci da una piccola fotografia di quel tour del “Popmart”, con Bono coi capelli corti e con look surreale e The Edge in versione cowboy. Erano davvero tosti quegli U2.

Credit Foto: Olaf Heine