Ben Harper è ormai un habituè dell’Italia e di Roma sia in solitaria che con i suoi The Innocent Criminals riuniti ormai quattro anni fa. Il concerto di sabato tredici luglio somiglia a un ritorno a casa, a una celebrazione visto il gran numero di cavalli di battaglia (e diverse cover) sfoderate davanti a un pubblico che non si è certo fatto spaventare dall’acquazzone pomeridiano.

Il compito di aprire le danze spetta stasera a “Excuse Me Mr.” e alle percussioni di Leon Mobley trascinanti fin dal primo minuto, seguite dalla rabbia appena trattenuta di “Burn One Down”. Dopo due brani Ben Harper già  esulta, si toglie il cappello per salutare la folla e si gode la nuova chitarra fatta a Milano improvvisando spesso, soprattutto prima di una “The Will To Live” particolarmente grintosa.

“Fight For Your Mind” è funky, con una lunga coda strumentale e battimani furioso del pubblico, impreziosita da qualche nota di “Owner Of A Lonely Heart” degli Yes. Immancabile il momento “Don” Juan Nelson: il bassista si accomoda al microfono per cantare “Them Changes” di Buddy Miles prima di lanciarsi nella classica, sfrenata melodia di “Steal My Kisses”.

“Please Bleed” è probabilmente il brano simbolo della seconda vita di Ben Harper & The Innocent Criminals: suonata per molto tempo in versione lenta e dolorosa dopo la tanto sospirata reunion ha cambiato pelle, ritmo e oggi mostra tutto il groove di una band capace di coinvolgere come poche altre.

Ben Harper resta sul palco in solitaria per “Walk Away”, chitarra acustica tra le mani e molta voglia di raccontarsi e scherzare col pubblico. Ha ancora in serbo qualche sorpresa: “Forever”, molto apprezzata dalle coppie in Cavea, “Deeper And Deeper” e “Call It What It Is”.

“Diamonds On The Inside” è in versione full band con un finale emozionante: Ben fa segno ai musicisti di suonare piano e agli spettatori di restare in silenzio poi si spinge fino al bordo del palco e canta senza microfono nè amplificazione. Voce nuda per sfruttare al meglio l’acustica della Cavea.

C’è ancora tempo per l’elettricità  di “Glory & Consequence” e per i saluti affidati a “Welcome To The Cruel World”. “Grazie di averci regalato la serata della nostra vita e spero di rivedervi tra un paio d’anni” dice un Ben Harper emozionato come un ragazzino, prima di perdersi nella notte capitolina che ora sembra infinitamente più dolce.