Forse era un po’ diversa, ma la sostanza è ciò che conta: “Il cielo è azzurro sopra Torino

Il respiro di un festival, il battito del suo cuore- artisticamente parlando- e della sua gente è l’elemento di unicità  e di scelta per tutti quelli che puntualmente prendono un treno, un aereo, un missile terra-aria, un pattino e arrivano in uno spazio che si intreccia nella periferia tra l’ex INCET e Spazio 211. Il TOdays è una via alternativa, valida e ricongiuntiva alle nobili idee di riqualificazione e rimodulazione dello spazio urbano. Se poi in questo “non-luogo” ideale entrano e prendono vita artisti come Spiritualized, artisti come Bob Mould e i Deerhunter, tutto diventa più facile da raccontare.

Ogni sera vi racconteremo, costruendo un’ideale podio della giornata, questa tre giorni di musica in cui Torino diventa un centro internazionale dove non solo è possibile ascoltare il meglio della musica contemporanea, ma si può vivere, reinventare e dialogare su come la contemporaneità  sta, in un certo senso, costruendo la musica del domani.

Spiritualized

Il live di Jason Pierce è uno spazio spirituale che si amplia, contrae, esplode, strepita ma riesce sempre a non implodere, a non chiudersi in se stesso. Questo anche grazie alla formazione incredibile portata sul palco, che da “Lets Dance” a “Happy Days” mostra un equilibrio e una capacità  di captare i movimenti giusti per i momenti esatti.
Il live non è matematica, non è perfezione, è un cosmo che si muove e si rigenera continuamente. L’intrinseca religiosità  nell’interpretazione dei brani ci trasporta lontano e regala al TOdays l’anello di congiunzione tra l’epopea lunare del 1969 e l’arrivo di un marziano, che questa volta non ha scelto Roma, ma Torino.

Bob Mould

Il potere dell’essere essenziali, semplici ma efficaci. Bob Mould è l’integrazione di una tradizione musicale unica che abbraccia una serie di generazioni, stili e generi diversi. Un live così insegna che per portare in giro un grande spettacolo non c’è bisogno di un cazzo di niente, zero sovrastrutture, ma solo puro contenuto e una chitarra.
Certamente un live così minimalista funziona perchè sul palco c’è un animale leggendario che riesce però a rimanere ancorato ad un presente fatto di brani importanti, come ha testimoniato il suo ultimo disco da solista uscito alcuni mesi fa.
Accordi lineari, puri e power chord essenziali salgono al potere nell’ora di live di Bob Mould, un set così ci ricorda anche che al TOdays il concetto di “headliner” non conta, ogni orario, ogni momento, ogni live è importante e fondamentale per collegarsi ad un tutto. Bob Mould è l’essenza di un festival panteistico, dove tutto è divinamente toccante.

Deerhunter

La band americana è l’eccentrica imperfezione del presente, un segno indelebile che tocca la contemporaneità  (con i brani di “Why Hasn’t Everything Already Disappeared?” ), ma sviluppa un solco che attraversa un ventennio (circa). Bradford Cox tiene un corso di storia delle idee nel rock e lo fa scaricando la sua intelligenza artistica nel pubblico. L’eclettica capacità  di non essere mai delle fotocopie, delle caricature di se stessi, il rinnovamento di un sound istrionico che è ormai parte di una storia più grande, che in un solo report non si può raccontare. I Deerhunter sono straripanti.

Ci (ri)vediamo questa sera per la seconda puntata…

Ps: mancano i Ride dal mio report, ve ne sarete sicuramente accorti, ma ammetto che non sono propriamente il mio pane e, lo dico con grande sincerità , non ho seguito la loro esibizione, nel caso vi foste chiesti come mai non ho parlato di loro. Da alcuni pareri raccolti comunque i ragazzi di Oxford hanno fatto una performance decisamente notevole, conclusa da un loro classico come “Leave Them All Behind”.