Il lato destro della copertina monocromatica di “Entertainment!”, storico album di debutto dei Gang Of Four, è occupato da tre piccoli riquadri che mostrano prospettive diverse di un unico, semplicissimo gesto: una stretta di mano. Un cowboy e un nativo americano ““ stilizzatissimi, praticamente ridotti a puntini di colore ““ si salutano in maniera pacifica e amichevole. Fin qui, nulla di strano. Non fosse che, come si suol dire, l’apparenza inganna.

E in questo caso l’imbroglio viene svelato da tre stringatissime frasi che, in un prodigio di schematizzazione, sembrano quasi voler serpeggiare tra le immagini. Cosa ci dicono? Ecco a voi la traduzione in italiano: L’indiano sorride, crede che il cowboy sia suo amico. Il cowboy sorride, è felice di aver beffato l’indiano. Ora può sfruttarlo.

La band di Leeds non poteva trovare una formula migliore per descrivere la brutalità  del colonialismo. Un messaggio elementare, secco e assolutamente privo di fronzoli: proprio come il suono che caratterizza questo disco, frutto di una geniale commistione tra il calore del funk e il gelo del post-punk. Nel 1979 si trattava di una novità  assoluta; oggi, il linguaggio musicale creato quasi dal nulla dai Gang Of Four ha un nome (dance-punk) e una quantità  imprecisata di epigoni, la maggior parte dei quali emersi nel pieno del revival new wave di una decina di anni fa (Radio 4, Rapture, Futureheads, Franz Ferdinand“…).

Quanti di loro sono riusciti a sfiorare i livelli raggiunti dai maestri? Pochissimi, forse nessuno. Qualcuno ci ha provato, ma ha fallito miseramente: il debito maturato nei confronti del sound forgiato da Andy Gill, Jon King, Dave Allen e Hugo Burnham li ha letteralmente schiacciati. L’esempio di “Entertainment!” ha lasciato dietro di sè una scia considerevole di meteore più o meno talentuose, su questo non ci sono dubbi. D’altronde, si tratta di un album importante e seminale sotto svariati punti di vista. Quanti chitarristi hanno imitato lo stile nervoso ed estremamente ritmico di Gill? Quanti artisti hanno messo al bando ogni forma di effettistica con la speranza di recuperare quel senso di spoglia e rudimentale frenesia che, almeno agli esordi, era il tratto più riconoscibile della musica dei Gang Of Four?

Le dodici tracce di “Entertainment!” non sono altro che versioni scarnificate di quella disco che, sul finire degli anni ’70, deteneva ancora il monopolio delle piste da ballo di mezzo mondo. Il quartetto britannico, con non poca freddezza, dissezionò gli elementi funk dei singoli di maggior successo trasmessi alle radio per cucirli di volta in volta con brandelli di punk, rock, pop e persino dub. A fare la vera differenza fu l’approccio cinico e caustico alla materia: il gruppo, con un piglio probabilmente ripreso dalla nascente scena industrial, diede il via a un lento processo di disumanizzazione della dance.

I Gang Of Four spazzarono via i lustrini, disintegrarono le apparenze e farcirono i loro brani di testi dal fortissimo contenuto politico. Nel raccontare le brutture del capitalismo e dell’occidente, King mostrò una spietatezza degna del cowboy stampato in copertina. Per lui, non vi è alcuna differenza tra la giornata tipo del cittadino/consumatore modello e quella del nordirlandese torturato in carcere (“Ether”). La mercificazione dell’amore (Ideal love, a new purchase) è il tema principale di “Natural’s Not In It”; la sua banalizzazione, invece, ricopre un ruolo rilevante tra le pieghe marxiste di “Damaged Goods” (Sometimes I’m thinking that I love you/But I know it’s only lust).

I protagonisti delle canzoni sono prigionieri inconsapevoli della routine: seguendo modelli imposti dai media e dal libero mercato (It’s on the market/You’re on the price list, da “Return The Gift”), sono alla costante ricerca di qualcosa in grado di appagarli. A che serve avere ambizioni? Le vicende dei grandi uomini che hanno fatto la storia sono destinate ai libri, e i libri sono destinati a prendere polvere sugli scaffali (No weak men in the books at home/The strong men who have made the world/History lives on the books at home/The books at home, da “Not Great Men”). Molto meglio lanciarsi nell’infinito, estenuante inseguimento dell’oggetto dei desideri, che cambia come cambiano le tendenze. Cosa non si è disposti a fare, per un briciolo di divertimento.

Gang Of Four ““ “Entertainment!”
Data di pubblicazione: 25 settembre 1979
Tracce:  12
Lunghezza: 39:53
Etichetta:  EMI
Produttori: Andy Gill, Jon King, Rob Warr

Tracklist:
1. Ether
2.  Natural’s Not In It
3. Not Great Men
4.  Damaged Goods
5.  Return The Gift
6.  Guns Before Butter
7. I Found That Essence Rare
8.  Glass
9.  Contract
10. At Home He’s A Tourist
11.  5.45
12. Love Like Anthrax