L’aveva promesso ed eccolo qua.

Noel Gallagher con i suoi HFB esce con il secondo EP, facente parte di una a sua volta dichiarata trilogia prevista per l’anno in corso. E prosegue dritto nel suo percorso di sperimentazione sonora, mentre il fratello Liam, nel frattempo, piazza il proprio secondo album seguendo la rotta di navigazione più conosciuta e sicura possibile (e vola in testa alle classifiche, almeno quelle di vendita).

E se con il precedente “Black Star Dancing” (qua la recensione) avevamo cercato di essere positivi, stavolta è davvero difficile.

Coraggio non manca a The Chief, questo no. E anche la capacità  di trovare la melodia, a prescindere dall’abito sonico, è innata.  Ciò che lascia davvero dubbi è la consistenza di quest’offerta: perchè ad essere benevolo, posso  immaginare che pezzi come la già   diffusa title track, gli aromi chill-out di “A Dream Is All I Need To Get By”  ed “Evil Flower” che ricorda dannatamente nel riff di chitarra “Hey Willy” dei The Hollies (le altre due tracce sono remix di “This Is The Place”, di cui uno ancora a firma The Reflex) finiscano nella scaletta dei prossimi live. E da lì, inesorabilmente, scomparire nell’oblio.

Ma questo è il Noel Gallagher di oggi, prendere o lasciare. E sembra davvero inutile per il momento aspettarsi come pezzi di punta ballad create con l’acustica in braccio  con le quali ha fatto innamorare generazioni.  E allora, rimandiamo un giudizio definitivo al terzo capitolo della serie. A quel punto sarà  tutto più chiaro. Forse.