Un nuovo album di Alberto Morselli rappresenta sempre un piccolo evento, visto quanto è stata centellinata la sua attività  discografica negli ultimi 20 anni.

L’indimenticata prima voce dei Modena City Ramblers, a cui dobbiamo interpretazioni magistrali di canzoni come “In un giorno di pioggia”, “Canto di Natale” o “Ninnananna”, senz’altro tra le più belle del copioso catalogo della folk band più nota d’Italia, dopo quell’album magnifico che risponde al nome di “Riportando tutto a casa”, decise di interrompere (bruscamente) il suo sodalizio con il gruppo. Per tanto tempo di lui si persero praticamente le tracce, salvo sporadiche apparizioni in album di musicisti amici.

Non fu però il suo un vero e proprio rigetto di quanto fatto fino allora, nè un distacco completo da quella musica cui lui sembrava naturalmente portato, forte di una voce che, senza timore di smentita, si può definire tra le più belle mai apparse nella storia della canzone italiana.

Solo nel 2005, quindi quasi 10 anni dal suo divorzio con i Modena, tra il giubilo di fans che mai l’avevano scordato e l’attenta curiosità  della critica, aveva pubblicato un album a suo nome: “Da un’altra parte”, il cui titolo sembrava profetizzare il suo essere diverso, il suo desiderio di non allinearsi e di finire identificato in un mucchio. Era soprattutto il manifesto, quel titolo, di un album invero personale, sentito, emozionante, a iniziare proprio dalla splendida title track, una canzone d’amore degna dei classici che aveva cantato nella precedente esperienza.

Poi la vita lo ha portato appunto da un’altra parte, in apparenza nuovamente lontano da riflettori e palcoscenici, impegnato com’era in attività  diverse ma che poco c’entravano col suo essere musicista. Fino a che la molla gli scattò nuovamente, ed ecco quasi in sordina partire, sin dal 2013, un nuovo progetto che lo vedeva sì protagonista ma in qualche modo all’interno di un ensemble, per quanto la dicitura la dicesse lunga su chi fosse l’uomo guida, visto che la neonata band prese il nome di The Morsellis.

Alberto cuore e mente ma con l’importante apporto di validi musicisti, collaboratori preziosi, compagni di viaggio con cui condividere l’amore per le sette note e una certa attitudine. In primis al suo fianco trovammo Gianfranco Fornaciari , notissimo negli anni 90 per aver suonato nei ClanDestino con Ligabue; Gianni Campovecchi alla chitarra e quel Filippo Chieli, che imparammo ad apprezzare tantissimo nella versione primordiale dei Modena City Ramblers.

Risalgono a quel periodo alcune nuove canzoni che i The Morsellis suoneranno nei locali del reggiano e del modenese, brani come “Eire” e “Primavera sarà “, impregnate della magia e della luce dell’amata terra irlandese. Anche musicalmente sembrava Alberto avesse recuperato quella dimensione acustica folk, dopo aver padroneggiato nel suo primo album solista arrangiamenti più votati al pop, anche intinto nell’elettronica.

In realtà  da allora il gruppo, cui negli anni si sono aggiunti altri validi collaboratori (come il bassista Mauro Buratti, già  con Il Nucleo, il chitarrista Lele Cavalli e i batteristi Lele Borghi e Andrea Luppi, che hanno partecipato a questo album), non ha più perso il gusto di suonare ed esibirsi ma lo ha sempre fatto senza affanni, senza anteporre la frenesia di un tour allo scorrere delle proprie vite.

Tuttavia le canzoni iniziavano a prendere forme definite, le versioni di brani di gruppi e artisti di riferimento erano soddisfacenti, si era creato sempre più entusiasmo e allora, perchè non racchiudere il tutto in un disco vero e proprio? Alberto lancia così l’idea di un concerto-prova per pochi intimi, dopo aver promosso in rete la cosa con successo, e a gennaio del 2019 tra le mura amiche dello studio Esagono di Rubiera, vengono eseguite una serie di canzoni, tra originali, vecchi cavalli di battaglia dei MCR e cover del cuore.

A distanza di mesi però quel concerto è poi diventato il disco previsto dai The Morsellis: riascoltandolo infatti i Nostri erano convinti che andasse già  bene così, che non ci fosse bisogno di suonarlo nuovamente in studio. Buona la prima, e non c’è da stupirsi se si ha avuto l’occasione negli anni di assistere a qualche concerto.

Che Alberto non fosse incline a sbavature era piuttosto risaputo, ma anche i musicisti che lo seguono si sono mostrati rodatissimi, affiatati. Quello che ne è derivato, quindi, è questo anomalo album live “The Primavera Session”, in cui tutti gli ingredienti sono miscelati al punto giusto.

Le canzoni brillano di luce propria, non c’è un solo momento del live in cui si avverta un momento di stanca o un calo di ispirazione. La voce di Morselli viaggia sublime sin dall’iniziale omaggio all’Irlanda di “Un pezzo di cuore”, una degli inediti che era già  stato proposto e registrato in un demo col titolo di “Eire”, per arrivare ai classici “Canto di Natale” e “Ninnananna”, arrangiate divinamente.

Figurano anche alcuni un paio di brani ripescati dall’Alberto solista: l’intensa, sognante “Vorrei fossi qui”, già  edita col titolo di “Vorrei” e una scintillante “Le cose che lasci di te”.

Ben riusciti anche gli altri inediti (“Corto”, “Porte dei sogni” e la già  citata “Primavera sarà “) tra i quali figura una cover degli Hothouse Flowers (qui ribattezzata “Cosa credi che sia”, in grado mirabilmente di mantenere elevato il pathos dell’originaria “One tongue”. Il gruppo interpreta anche due bellissimi brani dei Waterboys, da sempre modello di riferimento del cantautore sassolese.

Il pubblico ascolta rapito in silenzio ma si coglie tutta l’emozione dei presenti per aver assistito in anteprima alla creazione di questo lavoro: tutta l’aria è pervasa da quel folk che piace a noi, poetico e profondo, ma anche liberatorio e confortante, in grado di toccare le corde e trascinare.

“The Primavera Session” è un album caldo, appassionato ma allo stesso tempo sobrio, misurato, com’è nello stile del suo autore, che ha fatto della classe e della finezza interpretativa degli autentici punti di forza.

Ora speriamo però che ci sia un minimo di continuità  a livello musicale e che non debbano trascorrere altri 9/10 anni per una nuova prova di questo interessante progetto chiamato The Morsellis.

Photo credit: Stefano Montagna