Dopo i divertentissimi concerti italiani dello scorso giugno i Dune Rats sono ritornati questo weekend con il loro terzo album, “Harry Up And Wait”, che arriva a tre anni esatti di distanza dal loro sophomore, “The Kids Will Know It’s Bullshit”.
Con il successo nazionale e internazionale ottenuto con il precedente LP era lecito chiedersi se questi tre folli australiani avessero deciso di seguire facili stradi commerciali, invece ““ per nostra fortuna ““ sono rimasti i soliti stronzi cazzoni di sempre.
Per questo nuovo lavoro, come spiega il frontman Danny Beus nella press-release, non hanno scritto di party e, però, non hanno nemmeno voluto allontanarsi da ciò, ma hanno preferito parlare di altre cose che gli sono successe e gli stanno succedendo nella vita.
Dopo un breve intro in cui sentiamo la registrazione di quella che sembra essere una segreteria telefonica, inizia la musica con “Bobby D” e allo stesso tempo iniziano anche l’adrenalina e il divertimento grazie a questo breve brano punk-pop con super riff di chitarra che farebbero venire voglia di saltare anche a un novantenne!
Più malinconica e dal suono più pulito e tranquillo, “No Plans” ha comunque un ritornello incredibilmente catchy e sincero e una melodia azzeccata; “Rock Bottom”, invece, inizialmente risulta abbastanza fiacca, ma anche qui ““ ancora una volta ““ è il coro irresistibile a salvarli.
“Stupid Is As Stupid Does” gode di toni punk-pop con brillanti chitarre e ritmi esagerati ed è graziato dalla voce della statunitense K-Flay, che aggiunge un tocco più pop al brano.
Non possiamo fare a meno di citare il singolo “Crazy”, delirante e catchy con quel suo ritornello che rimane appiccicato in mente all’istante e quelle ottime sensazione melodiche, mentre “The Skids” ci mostra una faccia più riflessiva della band di Brisbane, ma ha forse un tono un po’ troppo fiacco rispetto a ciò che ci avevano abituato in passato.
Non si inventano nulla di nuovo questi tre cazzoni australiani e, in questo disco, hanno anche qualche passaggio meno brillante, ma riescono comunque a farci passare una mezz’ora gradevole e solare, ricca di ottime melodie, tanta energia e quella giusta dose di follia: i live-show rimangono la parte migliore della band australia, ma nell’attesa di un loro ritorno nella nostra penisola, divertiamoci con questo nuovo lavoro sulla lunga distanza.
Photo Credit: Ian Laidlaw