Ero davvero curioso di ascoltare questo nuovo lavoro di Georgia, dopo l’ottimo esordio del 2015 e, soprattutto, dopo aver incessantemente schioccato le dita con il potentissimo singolo “About Work The Dancefloor”, brano da pista da ballo gioia per ogni disc jokey.

Ebbene si, ci troviamo davanti ad un prodotto dance-pop allestito per i passaggi radiofonici che, sebbene non aggiunge niente di nuovo alla categoria, ben potrebbe essere considerato un buon manifesto da house club di questo inizio 2020.

Cresciuta a pane e pop/hip-pop sotto l’influenza del padre Neil Barns – membro del duo elettronico britannico dei Leftfield ancora oggi in attività  – la giovane londinese ha dapprima brandito le bacchette decisa a diventare una drummer (da ricordare le sue sessions al fianco di artisti come Kate Tempest e Kwes) e poi si è fatta ammaliare dal fascino dei synth, ma con i backbeat ovviamente sempre nelle vene.

“Seeking Thrills” ha segnato tuttavia un taglio con il disco d’esordio (decisamente superiore a parere di chi scrive) laddove un mood più noise-pop, synth-pop ha lasciato il posto ad una miscela contemporanea di dancefloor e pop-house, con ritmo incalzante e bassi pulsanti d’ispirazione eighties e nineties, il tutto farcito dalla sua magnetica voce.

Questo sophomore si dipana in dodici tracce che dividono il disco in due parti, con la prima caratterizzata dalla leggiadria e leggerezza delle ragazze danzanti in copertina, mentre la seconda più lenta e riflessiva che mette in mostra le doti della Barns.

L’ipnotica melodia dell’opener “Started Out” non poteva rappresentare migliore scelta per aprire letteralmente le danze, subito seguita dall’oscura e sopra citata dance hit “About Work The Dancefloor”.

L’altra danzereccia “Never Let You Go” probabilmente rappresenta il momento più debole dell’album per via del suo sound “troppo semplicemente pop” che qualsiasi smanettone di computer potrebbe comporre. La successiva e azzeccata “24 Hours”, scelta come secondo singolo, prelude al trip-hop inquietante di “Mellow” che ci conduce alla seconda parte del full-length.

La sofisticate atmosfere anni 80 di “Till I Own It” e la delicata ballad “Ultimate Sailor” hanno il compito di mettere in evidenza le certezze vocali di Georgia. E se in “Feel it” e “Ray Guns” si odono le influenze di Mia e Santigold, in “I Can’t Wait” si fanno strada i synth tipici delle gemelle canadesi Tegan e Sara. A chiudere i festeggiamenti ci pensano la stizzosa e vintage “The Thrill” e la complessa “Honey Dripping Sky” che ricorda i Morcheeba nella prima parte del brano e il dub dei Thievery Corporation nel finale.

Di sicuro l’obiettivo della londinese era quello di trascinarci nel ricco party messo su per l’occasione con l’intento di farci trascorrere una fresca oretta all’insegna del divertimento. Mission accomplished!

Credit Foto: Joseph Connor