Grossi nomi in ballo per il nuovo album dei Matinèe, band abruzzese da tempo emigrata a Londra. Chris Geddes dei Belle & Sebastian ha firmato insieme a loro sei dei dieci brani, produzione affidata allo stimato Tony Doogan (già  al lavoro con Mogwai, Libertines e Glasvegas) e a Julian Corrie, chitarrista dei Franz Ferdinand, band a cui i Matinèe sono molto legati.

Apprezzati da Alex Kapranos, che li ha conosciuti grazie alle cover dei FF che suonavano spesso, Luigi Tiberio (voce, synth e chitarra) Alfredo Ioannone (voce e basso) Giuseppe Cantoli (chitarre) e Alessio Palizzi (batteria) tornano sei anni dopo l’esordio “These Days” con molta fiducia in se stessi e altrettanta voglia di dichiarare forte e chiaro che il binomio chitarre / sintetizzatori che tanta fortuna ha avuto a inizio millennio è vivo, vegeto e qui per restare.

“Event Horizon” è stato masterizzato da Frank Arkwright agli Abbey Road Studio ed è una sorta di concept album dall’anima molto british che non rinuncia all’italico istinto nonostante i testi in inglese. Un mix evidente fin dalle prime note del singolo “Summer Sun” ovvero l’amore ai tempi della Brexit come sottolineato dal divertentissimo video (consigliato l’ascolto della Extended Version di sette minuti).

Confermano di saper scrivere ritornelli dal forte potenziale radiofonico i Matinèe, come quelli di “Cold”, “Moments” o una “Goldfish” molto anni ottanta, prodotta proprio da Corrie. “Satellite” con la voce di Pier Ferrantini dei Velvet ha il sapore di un tormentone estivo in anticipo sui tempi, chitarre taglienti incluse.

L’anima più gentile e romantica del quartetto emerge soprattutto in “Come With Me”, ballata che non stona se affiancata a brani più giocosi e gioiosi come “Give Up On Sunday” o a “Lights” che ricorda i Glasvegas e ovviamente i Franz Ferdinand. Sound eclettico, appeal internazionale. Rammenta tempi più sereni la musica dei Matinèe, primavere più clementi di quella odierna.