Anno 2020, quello della pandemia Covid-19 che ci ha ristretto li spazi, li ha confinati nelle mura domestiche ma ci ha dilatato i tempi. Osserviamo un mondo calmo e immobile dalle nostre finestre. Tutto cambia e non ci resta che guardare in faccia noi stessi. Negli incastri giusti la musica che scopriamo. Sembriamo quasi eterni come montagne. Diventiamo montagne. Diventi montagna. You Become The Mountain.

Jeffrey Silverstein non poteva certo immaginare tutto questo, ma è riuscito a cucire un’istantanea perfetta con un disco fatto di poche cose, che non reclama troppo spazio o tempo ma sa entrare dentro con delicatezza. Folk liquido e dilatato costruito su strumentazione essenziale, in cui le parole, anch’esse spesso ridotte all’osso, guizzano placide come piccoli pesci di lago durante le giornate più pigre della primavera. “You Become The Mountain” è quel carico di malinconie che ci avvolgono a metà  giornata, quando il peso delle cose lasciate in sospeso si fa più sentire. E’ un giaciglio morbido su cui poggiare le spalle nel momento in cui certe distanze si fanno pungenti.

Niente di nuovo è stato inventato in questi solchi, ma la capacità  di certa musica trascende i curriculum o l’approccio filologico delle influenze da cui attinge. Ho avuto la fortuna di scoprire questa piccola perla solo per circostanze che questa situazione di isolamento mi ha lasciato in eredità . A volte, al di là  di tutte le pandemie possibili, tutti dovremmo avere la possibilità  di diventare delle montagne, quasi ineluttabili e incuranti dello scorrere del tempo.