Antonio Rodo, cantautore genovese già  chitarrista della band post rock Dresda, si mette in proprio consegnandoci il frutto del suo primo lavoro intitolato “Calma apparente”.
Un titolo che ben si addice a rappresentare, non solo ovviamente il brano eponimo che chiude la scaletta, ma anche gli altri episodi, tutti all’insegna di un sound gentile e rarefatto ma non per questo poco incisivo. Canzoni ispirate sia nei testi ““ molto personali e riflessivi (specie in “Dino”, “Agosto” e in “Crisi passeggera”) e immaginifici (“Il sole è stanco”) – che nelle musiche sognanti, abili a disegnare traiettorie fluide e dilatate.

L’autore tra le sue influenze cita artisti fra loro diversi per stile e background come i due grandi Lucio della musica italiana (Battisti e Dalla, chi sennò?) ma anche i Radiohead.

Nelle strutture musicali, in alcuni arpeggi delicati di chitarra, mi vengono in mente a tratti i The National, ma non viene disdegnata nemmeno la nuova ondata cantautorale tricolore, con Andrea Laszlo De Simone in testa, che a mio modo di vedere ricorda molto. Le impressioni sono più che buone, il talento indubbiamente c’è: si tratterà  per il giovane Rodo di trovare una chiave di volta per far spiccare al meglio la propria personalità  musicale.