Roberto Ventimiglia, cantautore di Latina, ci consegna un secondo album solista in cui sono ben messe a fuoco tutte le sue intuizioni e istanze musicali.
Condensate nelle nove tracce di “Raw”, tutte in inglese (una scelta che appare in controtendenza, visto il consenso dell’attuale indie pop nostrano), c’è tutto il suo mondo musicale, espresso con una vocazione veramente “libera” e in maniera assolutamente consapevole.
Un lavoro che non è sbagliato definire casalingo, sia per come registrato sia per l’attitudine lo-fi che emanano deliziose tracce elettro-acustiche come l’iniziale “Stepping Stone”, intrisa di malinconico folk, le ballate acustiche “Just This” e “Love Is” (con i suoi toni onirici) o l’eclettica traccia eponima.
Ventimiglia ha fatto tutto da sè e si è concesso aperture sfiziose in odor di bripop (la verviana “Forever and a Day” e la più chitarristica e grintosa “Recollection”), oltre a divagazioni felici nel pop d’autore in un episodio come “2081”.
Carne al fuoco insomma ce n’è molta in questo disco che scorre velocissimo e che si fa ascoltare con grande piacere.