Nella vita di un musicista può capitare di sentire l’esigenza di mettersi veramente in gioco, battendo nuove strade del tutto diverse e originali. Che i Gorillaz fossero qualcosa in più di un semplice side project – volendo identificare nell’insolito progetto il solo Damon Albarn come rappresentante principale – c’è voluto ben poco a capirlo, in fondo.

Arrivati al giorno d’oggi, a sostenere questa tesi ci sono le centinaia di migliaia di visualizzazioni dei video dei loro singoli più celebrati e il successo diffuso in tutto il globo, di livello superiore a quello raggiunto dai Blur anche all’apice della loro carriera.

E una prima testimonianza che questa anomala cartoon band stesse facendo tremendamente sul serio l’avevamo avuta all’altezza dell’uscita di “Demon Days”, il fatidico secondo album che per molti può rappresentare un’insidia, specie quando ha l’onere di dare seguito a un clamoroso exploit. Tale fu infatti il risultato del primo esperimento targato Gorillaz, un disco omonimo davvero sorprendente e in grado di raccogliere unanimi consensi e uno straordinario successo di pubblico.

Il banco di prova fu costituito appunto da “Demon Days” che proprie oggi va a spegnere 15 candeline, essendo stato pubblicato nell’ormai lontano 2005. Rispetto all’acclamato esordio, qualcosa nell’organico di questo occulto gruppo è già  cambiato, e a fianco degli ideatori Damon Albarn (sul versante musicale) e Jamie Hewlett (su quello visivo) non c’è più Dan the Automator (che assieme a Del tha Funkee Homosapien costituiva l’anima hip hop del progetto). In compenso però viene da strabuzzare gli occhi nell’elencare il parterre di ospiti e collaboratori che a più riprese hanno contribuito alla riuscita del lavoro. In primis è impossibile non citare Danger Mouse, il cui tocco si sente vivido in fase di produzione e che da subito è parso in piena sintonia con il deus ex machina Damon Albarn.

Il singolo apripista vede l’apporto decisivo dei De La Soul (a proposito degli eccellenti nomi coinvolti) e sarà  subito capace di spingere in alto tutto l’album. D’altronde “Feel Good Inc.” suona davvero irresistibile nella sua felice commistione di melodia pop scintillante e rap tagliente e incisivo. Per non dire dell’indimenticabile video, che vede i nostri quattro eroi disegnati (2D, Murdoc, una cresciuta Noodle e il robusto Russel) alle prese con una nuova complicata avventura, come si fosse all’interno di un grande videogioco. Confermano l’immensa qualità  della proposta musicale e animata altri brani come “El Maà±ana” (che ricorda da vicino i Blur di “Think Tank” e il cui video è strettamente legato a quello precedente), “Dare” e “Dirty Harry”, questi ultimi decisamente più estroversi con i loro richiami elettro-dance. Il primo, dalle sfumature synth pop si avvale della presenza di Shaun Ryder, già  leader degli Happy Mondays che, in quanto a ritmi danzerecci e contaminati seppero influenzare molto Albarn specie all’epoca di “Leisure”. In “Dirty Harry” invece si aggiungono colori funky, elettronica spinta e un efficace e inatteso coro di bambini, a renderla una delle canzoni migliori del lotto.

Altrove il suono è ancora più eterogeneo, con i Gorillaz che si sbizzarriscono, divertendosi a esplorare territori nuovi. Fanno capolino così il blues sghembo di “Every Planet We Reach Is Dead”, il country futuristico di “Fire Coming out the Monkey’s Head”, la wave dai toni minacciosi e saltellanti di “Kids with Guns” e la solarità  psych pop di “Don’t Get Lost in Heaven” che ci conduce alla riflessiva e solenne “Demon Days”.

Proprio la traccia eponima è quella designata a porre i sigilli su un album che confermerà  l’assoluta bontà  del progetto, lasciando presagire scenari tanto luminosi quanto imprevedibili.

Non tutte le promesse col senno di poi furono mantenute e con il passare degli anni se non altro la componente della curiosità  è andata via via scemando, ma i Gorillaz sapranno arrivare intatti e scintillanti ai giorni nostri, forever young.

Gorillaz ““ Demon Days
Data di pubblicazione:  23 maggio 2005
Tracce: 15
Lunghezza: 51:34
Etichetta: Parlophone
Produttore: Gorillaz, Danger Mouse, Jason Cox, James Dring

Tracklist
1. Intro
2. Last Living Soul
3. Kids with Guns
4. O Green World
5. Dirty Harry
6. Feel Good Inc.
7. El Maà±ana
8. Every Planet We Reach Is Dead
9. November Has Come
10. All Alone
11. White Light
12. Dare
13. Fire Coming Out of the Monkey’s Head
14. Don’t Get Lost in Heaven
15. Demon Days