Ian MacKaye + Joe Lally dei Fugazi + Amy Farina dei The Evens uguale Coriky, band nata in gran segreto nel 2015 e venuta allo scoperto solo nel 2018 che finalmente pubblica un album più volte rimandato causa COVID. Non certo un esordio vista la caratura dei musicisti coinvolti, non una sorpresa ma un bell’assembramento di anime affini.
Farina si siede dietro la batteria, MacKaye spolvera la sua storica Gibson, Lally imbraccia il basso. Tutti e tre si alternano al microfono per costruire un sound che mette in mostra le infinite fonti d’ispirazione che hanno plasmato la loro carriera di musicisti curiosi. Semplice, troppo semplice fare una lista ma impossibile non notare l’incedere vagamente Fugazi periodo “End Hits” / “Red Medicine” di “Clean Kill” e dell’attualissima “Inauguration Day”, l’attitudine rabbiosamente punk di “Too Many Husbands” e “Jack Says” cantate da Amy Farina.
Il basso di Joe Lally è forza tranquilla, sostegno ritmico ““ melodico solido e costante con quel qualcosa in più che viene dall’esperienza con i The Messthetics ben evidente negli stop n go di una “Say Yes” che sa essere grintosa, semplice ed elaborata allo stesso tempo. Se proprio dovessimo rintracciare l’essenza dei Coriky sarebbe probabilmente contenuta nelle password e negli algoritmi di “BQM”, nel DNA blues minimale e combattivo di “Last Thing”, nel mood vibrante e distorto di “Shedileebop”, nella dolcezza ruvida di “Woulda Coulda”.
Chimica e intuizione musicale fanno il resto e rendono godibilissimo l’ascolto di un power trio capace di alzare e abbassare il ritmo a piacimento (la sferzante “Hard To Explain”, l’armonica e incalzante “Have a Cup of Tea”) tirando fuori testi acuti e sarcastici pennellati con lo sguardo attento e l’estrema libertà d’espressione che Ian MacKaye esercita da decenni. Mancava una band come la loro in tempi sofferti, incerti più del solito.