Compie 20 anni   “The Hour of Bewilderbeast” del cantautore britannico Damon Gough, che tutti ricordiamo con il curioso nickname Badly Drawn Boy. E’ impossibile non ricordarlo perchè, seppur di breve durata il suo periodo di massima esposizione, e diluita nel tempo una discografia che nell’ultimo decennio si è fatta sempre più scarna (e, spiace dirlo, ininfluente), si tratta di uno di quegli artisti che fecero il botto così, di colpo, e cosa ben più importante per puri meriti ottenuti sul campo. E’ confortante tuttavia che col nuovo album, da poco uscito, abbia fatto intravedere l’ispirazione dei tempi migliori.

Sembra scontato dirlo ma sappiamo bene come sia possibile (lo era già  vent’anni fa col proliferare di boy band sempre più posticce) creare dei fenomeni dal nulla, tra partecipazioni a talent show e visibilità  massiccia in rete. Ecco, il successo di Badly Drawn Boy, perchè tale fu, flagrante e di ampia diffusione, è stato frutto di un talento debordante, disseminato dapprima mediante Ep (negli anni preda dei collezionisti) e poi lungo i solchi di questo debut album, pubblicato quando era poco più che trentenne.

Non è così usuale in fondo ma capita che un album d’esordio di un artista ne contenga già  tutti gli aspetti peculiari, sia dal punto di vista musicale che da quello concettuale, e “The Hour of Bewilderbeast” è proprio uno di quelli. Lungo le diciotto tracce (comprensive di qualche breve fiammata) di questo disco, infatti, è possibile accostarsi al suo universo sonoro e restarne strabiliati ancora adesso per la grande varietà  di rimandi, stili e atmosfere.

Dentro ci senti di tutto: dal classicismo pop di “Magic in the Air” che suona come se Elton John avesse incrociato sulla sua strada Burt Bacharach, al folk anni ’60 della pastorale “This Song”, dalle malinconie soffuse che aprono le danze con “The Shining” (un biglietto da visita in grado di catturarti immediatamente, finanche a commuoverti) al rock di matrice americana di “Everybody’s Stalking” che la segue in scaletta, formando un uno/due micidiale.

E poi, indimenticabili, i singoli e relativi video dell’onirica e sfuggente “Once Around the Block” e dell’ondivaga e irresistibile “Disillusion”, in un album che non ci pare azzardato definire perfetto nella naturale facilità  con cui riesce a comprimere al suo interno tante cartoline differenti. Istanze di un viaggio che, partendo dal nord dell’Inghilterra, il nostro “Ragazzo disegnato male” è riuscito a trasmetterci in tutta la sua potenza evocativa.

Era terminato da tempo il boom del britpop, qualcuno faceva del sano revival riattualizzandone il verbo, ma la maggior parte degli artisti stava guardando altrove, desiderosa di appropriarsi di un nuovo linguaggio espressivo, più intimo e riflessivo. E per quanto effimera e aleatoria sia stata a posteriori la corrente del New Acoustic Movement, è indubbio che, se vale la pena averla storicizzata, è proprio per un album rappresentativo e qualitativamente sopra la media come il primo di Badly Drawn Boy.

Badly Drawn Boy ““ The Hour of Bewilderbeast

Data di pubblicazione:  26 giugno 2000
Tracce: 18
Lunghezza: 63:25
Etichetta: XL Recordings/Twisted Nerve
Produttori: Badly Drawn Boy, Gary Wilkinson, Ken Nelson, Joe Robinson

Tracklist
1. The Shining
2. Everybody’s Stalking
3. Bewilder
4. Fall in a River
5. Camping Next to Water
6. Stone on the Water
7. Another Pearl
8. Body Rap
9. Once Around the Block
10. This Song
11. Bewilderbeast
12. Magic in the Air
13. Cause a Rockslide
14. Pissing in the Wind
15. Blistered Heart
16. Disillusion
17. Say It Again
18. Epitaph