Sceglie la via della cover, la cantautrice monzese, per tornare a far sentire alla scena il suo ruggito dopo l’urlo – strozzato in gola dal disastro virale, che ne ha paralizzato il tour promozionale – di “DISCO”, il suo album d’esordio.

Le aspettative erano alle stelle visti gli importanti antecedenti dell’ultima uscita: un milione di stream su un progetto che ha convinto tutti fin dai primi passi, mossi a passo di tecno sul parterre scivoloso e sdrucciolevole del nuovo pop senza mai perdere di equilibrio e di identità .

A chi fin troppe volte ha cercato di allestire un confronto fra cmqmartina e i nomi usati della scena elettronica italiana – delimitando l’originalità  della cantautrice a paragoni scomodi e utili solo a dar sfogo alla frustrazione – Martina risponde tirando fuori unghie, denti e carattere nel toccare con estremo rispetto, sì, ma senza perdere di decisione e coraggio uno dei brani topici del cantautorato italiano; dopo aver riletto “La prima cosa bella” di Nicola Di Bari, è stato il turno del Maestro Modugno, che forse avrebbe sorriso nello scoprire ancora attuale – cinquant’anni dopo – la sua “Dio, come ti amo”.

Certo, il vestito dato non è più il frac modugnano con papillon di seta blu, ma il brano dimostra di essere in gran forma anche nel nuovo taglio electro-urban scelto da cmqmartina; se è vero che le cose belle non passano mai di moda, è anche vero che nella scelta dell’abito dato c’è tutto il gusto e lo stile di un progetto che funziona perchè vero, identitario, fresco.

E allora, tanti complimenti a Modugno (se ancora ce ne fosse bisogno) e tanti applausi a cmqmartina, che di moda e di musica dimostra – per l’ennesima volta – di saperne eccome.

 

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venerdì 10 luglio torno in pista esco un pezzo un po’ strano fatto tipo tutto con questo meraviglioso strumentopolo

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