Non conosciamo la vera identità di J. Vague, ma sappiamo che l’artista di stanza a Berlino ha già suonato in alcune band in passato, ma ha poi deciso di lasciare questo mondo dopo essere stato disilluso dall’industria musicale. Il suo ritorno ““ questa volta in veste solista e con un nuovo moniker ““ è avvenuto solo qualche settimana fa con un EP, pubblicato dalla label tedesca Mansions And Millions, chiamato appropriatamente “New Life”, in cui si muove su eleganti territori synth-pop molto “’80s. Noi abbiamo approfittato di questa nuova uscita per contattarlo via e-mail e farci raccontare, oltre che del suo nuovo lavoro, del suo ritorno nel campo della musica, di Berlino, della sua casa discografica, delle sue influenze, dei suoi testi e anche del futuro dei concerti. Ecco cosa ci ha detto:
Ciao, come stai? Il tuo EP di debutto è uscito pochi giorni fa: come ti senti ora che la gente puo’ finalmente ascoltare la tua musica?
Ciao, mi sento davvero bene oggi, grazie. è sempre un po’ surreale pubblicare musica nel mondo. Scrivi una canzone con una certa intimità , normalmente in un posto in cui ti senti sicuro e libero di sperimentare e puoi sempre lasciare le cose grezze e non finite e tornare più tardi o dimenticartene, ma una volta che le canzoni sono là fuori, diventano qualcosa che è consumabile, piacevole o spiacevole. è un processo molto interessante che sembra sempre diverso, ma questa volta sono molto contento e felice di vedere l’EP prendere vita.
Ho letto che hai suonato anche in altre band prima, ma poi hai smesso di suonare perchè sei stato disilluso dall’industria musicale: perchè e quando hai deciso di tornare e di pubblicare la tua musica con questo nuovo moniker?
Non ho davvero smesso di fare musica per me stesso, ma ho cambiato le mie priorità . L’industria musicale è solo un posto molto noioso. La gente si accomoda sui propri soldi e, come in ogni settore, i meccanismi per “farcela” sono costruiti e mantenuti da stronzi. Alla fine ne farai sempre parte in una certa misura, anche solo avendo una piccola etichetta o essendo un musicista indipendente in tour, promuovendo e pubblicando musica. Uscire da quel cerchio è stato importante per me per tornare ad essere creativo.
Vivi a Berlino: sappiamo tutti che è sempre stata una città molto influente. Quanto pensi che il tuo sound debba alla città in cui abiti?
Berlino è diventata la mia casa negli ultimi otto anni. Tuttavia, non credo che influenzi davvero il mio suono, non in un modo che potrei definire. Diciamo che la parte elettronica della mia musica è basata sulla Techno di Berlino o qualcosa del genere.
L’etichetta tedesca Mansions And Millions ha pubblicato il tuo EP: come sei entrato in contatto con loro?
Anton e io ci conosciamo da un po’ di tempo ormai ed eravamo amici prima di lavorare insieme. Penso che sia molto importante per me anche in termini di dare qualcosa all’industria musicale. Voglio lavorare con persone che mi piacciono, di cui posso essere amico e di cui ammiro il lavoro. Lo stesso con il mio amico Dennis che registra tutto con me o con i miei amici che girano il mio video musicale in un viaggio spontaneo. Non mi vedrai lavorare con etichette o promoter che non sanno come essere esseri umani decenti.
“New Life” sembra essere un titolo che si adatta perfettamente alla tua nuova fatica: cosa significa per te questo EP? Lo consideri il primo passo nella tua nuova vita artistica?
Non ho pianificato nulla in realtà . Siamo solo andati in studio per una settimana e ho scritto e registrato le canzoni. Sto sicuramente lavorando a un altro disco per quest’anno, ma a parte questo, mi lascio andare e vedo dove mi porta.
Nei quasi dieci minuti del tuo EP sento un synth-pop anni ’80 molto elegante con melodie perfette e atmosfere rilassate: posso chiederti cosa stavi ascoltando mentre scrivevi le tue nuove canzoni?
Io e la mia fidanzata di tanto in tanto mettiamo insieme dei mixtape. La maggior parte della musica era in effetti musica della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90 – molta musica RnB e Rap – House. Quando lavoro attivamente sulla musica, di solito non la ascolto molto perchè mi godo il silenzio dopo una lunga notte in studio.
Tra le tue influenze poppy posso anche sentire un po’ di malinconia: di cosa parlano i tuoi testi? Sono personali?
Lo sono, sì. Allo stesso tempo mi arrivano in maniera molto involontaria, quasi come suonare uno strumento. Penso che scrivere una buona canzone d’amore sia una ricerca molto interessante. Qui l’ho provato almeno tre volte.
Quali sono i tuoi piani per il futuro? Inoltre cosa ne pensi del futuro della musica dal vivo?
Nessun progetto per il futuro davvero. Ho alcuni progetti in arrivo al di fuori della mia carriera musicale. Andrò sicuramente di nuovo in studio per scrivere qualche altra canzone e forse potrò suonare qualche concerto l’anno prossimo. Cosa ne penso della musica dal vivo in generale? Non lo so. Nessuno può dirlo. Artisticamente può essere una sfida trovare modi per fare dei live-show sicuri per le persone, ma forse è anche il momento giusto per pensare a soluzioni più importanti, molto più urgenti come i problemi ambientali e sociali.
Un’ultima domanda: puoi per favore scegliere una delle tue canzoni come colonna sonora di questa intervista? Grazie mille.
Ok ““ “Sunbeams” 🙂
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