Il fu Smog Bill Callahan ritorna a noi dopo solo un anno dal precedente “Shepherd In A Sheepskin Vest” (LEGGI QUI LA RECENSIONE) che aveva sancito il grande ritorno del cantautore americano.

“Gold Record” è un album profondo che si sussegue traccia dopo traccia lasciando appositamente qualche secondo di silenzio in più del consueto a mo di pausa tra un brano e l’altro, come a voler dare il suo spazio a ogni canzone, che in effetti si incornicia in questo modo come un quadro.
I dieci quadri di “Gold Record” si susseguono così uno dopo l’altro restando divisi ma complementari.

La musica in “Gold Record” è piena e spessa, le linee melodiche e ritmiche si sfaccettano e si dispiegano arricchendosi di alcuni suoni curiosi e puntuali che vanno a completare un tappeto caldo e fecondo sul quale cammina sicura e accattivante la voce di Bill Callahan. Ricordiamo che questo effetto corposo che avvolge chi ascolta è dato da una voce e da una chitarra.

Le parole di Bill Callahan ci portano all’interno di storie umane quotidiane colme di vita, problemi e riflessioni.
“Protest Song” è una riflessione acuta e intrigante sulla vita di chi lavora senza pensare, la conclusiva “As I Wander” porta l’ascoltatore al limite ultimo della riflessione Callahniana. “The Mackenzies” scalda il cuore e “Let’s Move To The Country” è una canzone molto scorrevole e di notevole incanto.

Insomma, l’album è davvero prezioso, dentro ci troviamo tutto il cantautorato americano con le sue radici ben affondate nella società  e nella mentalità  di quell’uomo statunitense ancora in grado di pensare e di riflettere.

Il lavoro precedente “Shepherd In A Sheepskin Vest” era un disco di grande valore, ma non di facilissimo ascolto, un album da assimilare piano piano, ascolto su ascolto.
“Gold Record” è un’opera incredibilmente a fuoco. E’ un disco sorprendentemente lucido, sincero, che arriva all’ascoltatore direttamente presentandosi puro e grezzo nella sua natura.
Un disco di grande valore che si lascia godere senza sovrastrutture e con spiazzante semplicità .

L’incanto è riuscito, “Gold Record” è un lavoro perfetto.

Credit Foto: Hanly Banks Callahan