Le gag sfacciate, la politically uncorrectness, la prospettiva invertita (i supereroi sono qui gli irriverenti e nascisistici cattivi) e l’iconoclastia sono le stesse della prima stagione, anzi se vogliamo ne sono la versione dopata, ma questa volta, venendo a mancare l’effetto sorpresa, talvolta (fortunatamente non troppo spesso) fanno cilecca.

Al solito i cattivi sono molto più interessanti da seguire dei buoni. Il che non significa che i supereori sono interessanti e i boys noiosi, perchè al solito la sceneggiatura mette un po’ dei primi e un po’ dei secondi tra entrambe le fila, o comunque è sempre capace di personaggi sfaccettati e controversi.
Per fronteggiare la cattiveria della new entry Stormfront, il povero Homelander non può che allentare i già  deboli freni inibitori che aveva nella prima stagione e facendolo diventa un mito vero, tanto da cannibalizzare qualsiasi altro personaggio divida la scena con lui.

Molto bene (è ormai cosa rara nel mondo delle serie) la chiusura con un cliffhanger soltanto parziale e dunque con la risoluzione di molte storyline.