Ascoltare una stazione radiofonica, a volte, può rivelarsi un’esperienza ai limiti del soprannaturale. O almeno così la pensa Daniel Lopatin, in arte Oneohtrix Point Never. Il suo nuovo album, intitolato “Magic Oneohtrix Point Never”, è un viaggio psichedelico sulle onde di un’emittente che trasmette in FM. Il segnale è chiaro ma costantemente distorto dall’accavallarsi di interferenze, frammenti sonori e generi diversi. Sovrapposizioni elettroniche che danno vita a un caleidoscopio di brani mutanti e indefinibili, collegati tra loro all’interno di un concept che altro non è che l’imitazione di un palinsesto.

A intervallare le tracce ci sono gli annunci, gli spot e i jingle; il segnale però sembra provenire dalla dimensione dei sogni. Tutto suona irreale e al tempo stesso familiare. Oneohtrix Point Never applica la logica della suddivisione in fasce orarie della programmazione radiofonica per confezionare diciassette tracce dalle atmosfere cangianti. L’iniziale “Auto & Allo”, tanto per fare un esempio, ha la leggerezza delle prime ore del mattino: un quartetto d’archi interviene con delicatezza, mentre i synth fanno il verso al clavicembalo e Lopatin si nasconde timidamente dietro il vocoder. La conclusiva “Nothing’s Special”, al contrario, è desolante e spettrale come una notte in una metropoli deserta.

Nonostante la vistosa natura sperimentale del lavoro, l’artista statunitense lascia spesso intravedere il suo interesse per le strutture tradizionali del pop, dell’hip pop e persino del rock. In questo senso è impossibile non citare i sapori “’80s di “I Don’t Love Me Anymore” e “No Nightmares” (con il featuring di lusso di The Weeknd), probabilmente due tra i brani più orecchiabili e “ordinari” di tutta la storia del progetto Oneohtrix Point Never. E che dire di “Lost But Never Alone”? Le influenze new wave/post-punk bene in evidenza e la presenza inaspettata di una chitarra elettrica ““ con tanto di assolo! ““ la rendono particolarmente interessante.

Altri episodi del disco uniscono la complessità  dell’IDM, dell’ambient e della musica concreta a sonorità  facilmente rintracciabili sulle radio mainstream; è questo il caso di “The Whether Channel”, che cresce dando forma a un soundscape ipnotico per poi trasformarsi, negli ultimissimi minuti, in un pezzo trap. L’incontro tra questi mondi apparentemente inconciliabili avviene sempre all’insegna dell’eleganza e dell’armonia. Le pagine migliori di “Magic Oneohtrix Point Never” sono proprio quelle meno astratte; ovvero quelle in cui, eventualmente, è possibile individuare senza troppa fatica delle strofe, dei ritornelli o dei bridge. Daniel Lopatin ha uno stile estremamente caratteristico: riesce a manipolare il normale fino a renderlo strano e viceversa. Questo nuovo album non può che aumentare il desiderio di gustarsi le sue prossime evoluzioni sonore.

Credit Foto: David Brandon Geeting