#10) DUA LIPA
Future Nostalgia
[Warner Records]

Magari non si realizza subito che i cantanti dietro al mainstream e alle canzoni sulla bocca di tutti possono crescere e realizzare musica. E magari questo è quello che vi è successo con Dua Lipa. “Future Nostalgia” però è un concentrato di leggerezza ed energia in questa annata decisamente pesante.

#9) CHARLI XCX
how i’m feeling now
[Atlantic]
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Un disco creato in quarantena in sei settimane ma vissuto chissà  per quanto tempo. Creato in casa di giorno, di notte, magari in pigiama e con gli occhi gonfi di pianti e giornate tutte uguali. “how i’m feeling now” non è solo una domanda che Charli si fa e fa a tutti noi, ma è soprattutto una testimonianza onesta, una fotografia senza filtro dell’unico modo in cui si potevano vivere quei giorni: così.

#8) ARCA
KiCk i
[XL Recordings]
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Come si fa a realizzare suoni del genere? Non lo so nemmeno io ma Arca lo ha proprio fatto, piazzando del queer anche in questo. Esperienza extrasensoriale.

#7) TAYLOR SWIFT
folklore
[Republic]
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C’è chi dopo la quarantena è vivo per miracolo e chi ha perso le energie qua e là . Poi c’è Taylor Swift che è arrivata indubbiamente al top di una carriera che è stata tutta un crescendo, adesso ancora più in alto anche grazie all’altro album rilasciato quest’anno, cinque mesi dopo “folklore”, lo splendido “evermore”. Li considero due perle di questo 2020, imprescindibili, arrivati senza preavviso e forse è anche per questo che li amiamo così tanto. Per questo riescono ad essere perfetti.

#6) FIONA APPLE
Fetch The Bolt Cutters
[Epic Records]
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Si sentono le cose, si provano delle sensazioni che spesso diventano dei sentimenti, confusi, potenti, e a volte ci si scrivono delle canzoni per non scordarsi che se si è vivi è solo grazie a tutto questo. Un disco che sputa via un’autenticità  non indifferente.

#5) PHOEBE BRIDGERS
Punisher
[Dead Oceans]
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Ho parlato così tanto di questo disco quest’anno che credo quasi di aver finito le parole. Qui non c’è che il peso di una generazione stimolata da tutto, forse troppo, iper sensibile ai cambiamenti, grande ma troppo piccola di fronte ad alcuni eventi. La voce di  Phoebe Bridgers rimane calma di fronte al trambusto di un mondo che scorre e che lei stessa prova ad afferrare e descrivere raccontandocelo così.

#4) PERFUME GENIUS
Set My Heart On Fire Immediately
[Matador Records]
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Dal titolo alla cover fino ad “arrivare”, ovviamente, alle tracce; ogni parte di questo album trasuda di classe, quella di Mike Hadreas. Mi vengono in mente solo sostantivi che indicano una certa maestria, una consapevolezza stilistica impressionante. Il livello del quinto lavoro in studio dell’artista è altissimo. Semplicemente chapeau.

#3) THE STROKES
The New Abnormal
[RCA Records]
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Non avevamo bisogno che fossero gli stessi di sempre e non avevamo bisogno che ci sconvolgessero con qualcosa di mai visto. Avevamo bisogno di ascoltare un prodotto ben fatto da alcune personcine a cui vogliamo tanto bene e con cui siamo inevitabilmente cresciuti. Sarò di parte, sarò di cuore, ma per me è andata così e non posso non mettere sul podio quella che è stata una delle mie fisse annuali (opera di uno dei miei gruppi- fissa per eccellenza). Statece, è amore.

#2) THE WEEKND
After Hours
[Republic Records]

L’ho ascoltato, chiaramente, a inizio quarantena e ho subito pensato si trattasse di una sorta di magia sprecatissima per quel periodo. Poi ho pensato che, piuttosto, fosse un motivo, una scusa forse per essere (più) felici. E poi, quando ho continuato a cantarlo e ballarlo d’estate all’aria aperta ho capito che un album del genere non ha tempo nè spazio.

#1) HAIM
Women In Music Pt. III
[Universal Music]
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Anche se è la classifica del 2020 e non quella del 1900 è ancora (purtroppo) importante sottolineare che questo album è fatto da donne. E si sente, nella maniera più specifica e giusta che esiste. “Women In Music Pt. III” è musica che parla di dolore e forza insieme e di come l’uno sia strettamente collegato all’altra. Rivoluzione di bellezza.