#10) VOINA
Ipergigante
[V4V Records]
Anche il gruppo abruzzese più apprezzato d’Italia ha fatto ritorno nel 2020, e ovviamente non poteva che essere un ritorno col botto. Tra ballad e brani che sfiorano il genere metal, “Ipergigante” dei Voina mostra un lato inesplorato del duo, più deciso a superarsi che mai. Un album perfetto sia per partecipare a un pogo, sia per fissare il soffitto a tarda sera ““ ma soprattutto per pogare, fidatevi. Con l’energia di questi ragazzi si è capaci di urlare a squarciagola e far fare crowd surfing a Ivo Bucci anche con brani più soft come “Shinigami”.

#9) PERFUME GENIUS
Set My Heart On Fire Immediately  
[Matador Records]
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è stata una più che piacevole sorpresa scoprire quest’album in un anno come il 2020: Mike Hadreas mette a nudo se stesso e la sua vita in modo teatrale quanto poetico, mettendo letteralmente il suo cuore in musica. Musicalmente procede per synth e chitarre ruvide (o con la netta prevalenza della voce di Hadreas, come nell’opening track “Whole Life”), combinando energia e introspezione in un modo unico. Davvero uno dei dischi più interessanti dell’artista, nonchè dell’anno.

#8) ALLIE X
Cape God
[Twin Music]

Avete presente le banshee, creature mistiche femminili vestite solitamente di bianco, eteree e dai capelli fluttuanti? Aggiungeteci un po’ di stile e tanto talento, e otterrete Allie X. Con il nuovo album “Cape God” non ne ha sbagliata una, inutile negarlo: Sua Maestà  Alexandra si presenta in tutta la delicatezza della sua voce, catturando immediatamente la nostra attenzione e rendendoci succubi della sua musica. Praticamente una sirena omerica. In qualsiasi modo si provi a spiegarlo, insomma, la conclusione è una sola: Allie X è celestiale, e “Cape God” lo mostra perfettamente.


#7) GRIMES

Miss Anthropocene
[4AD]
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Grimes ha sempre voluto rappresentare tematiche spinose in chiave pop, e anche con “Miss Anthropocene” continua su questa linea. A essere centrale, stavolta, è il tema del cambiamento climatico e dell’estinzione umana; quello descritto dall’artista nell’album è un mondo oscuro, sempre più vicino alla distruzione. Il suo alter ego divino si erge a giudice, salvatore e punitore allo stesso tempo, in un sound che va dal nu metal al country. Magistrale.

#6) RINA SAWAYAMA  
Sawayama 
[Dirty Hit]

Se Grimes e le Destiny’s Child avessero un figlio, il suo nome sarebbe (anzi, è) Rina Sawayama. La cantautrice giapponese non ha paura di esporsi e raccontare in maniera ironica e leggera la società  attuale in tutte le sue sfumature. Con brani “XS” ““ uscito direttamente dall’iconico pop degli anni novanta, nonchè inno anticapitalistico ““ o “Bad Friend”, non è difficile immaginare perchè “Sawayama” sia uno dei migliori dischi dell’anno. è un incontro tra passato e futuro che va oltre i soliti clichè da ritorno ai nineties, unito a una sana critica fatta di puro sarcasmo. Da tenere d’occhio.

#5) TAME IMPALA
The Slow Rush
[Modular Recordings]
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Kevin Parker, ancora una volta, si fa riconoscere per l’immenso lavoro ““ quasi ossessivo ““ dietro ai suoi pezzi, più sciolti e psichedelici che mai. Con una prevalenza netta delle tastiere rispetto alla chitarra (cosa finora raramente successa nella musica del progetto Tame Impala), “The Slow Rush” si prospetta come una raccolta di quelle che sarebbero tranquillamente potute diventare delle hit. “Breathe Deeper”, “Is It True”, “Borderline” sono tutti brani che catturano facilmente l’attenzione ““ e, perchè no? Fanno venire una voglia matta di trovarsi in un festival a ballare. Non è più il progetto di “Currents” o “Lonerism”, e molto probabilmente è meglio così; Parker ha deciso di avere una svolta musicale, e noi stiamo a vedere cos’altro creerà  in futuro.

#4) POPPY  
I Disagree 
[Sumerian Records]

Che Poppy fosse un’artista anticonformista si era capito già  da tempo, ma il suo ultimo album supera ogni aspettativa possibile. Il genere di questo disco? Si potrebbe dire che sia nu metal, a tratti rap? Forse pop, techno? La risposta è semplice: nessuna di queste cose. “I Disagree”, come afferma il titolo stesso, è un disco che va oltre ogni definizione musicale, mandando in confusione chiunque lo ascolti. è un caos che però trova una certa armonia al suo interno (altrimenti, perchè si trovrebbe in questa classifica?), tant’è che già  dopo un paio di ascolti si rimane inevitabilmente vittima del fascino di brani come “Anything Like Me” o “I Disagree”.  

#3) GLASS ANIMALS
Dreamland
[Polydor Records]
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Come raccontare una vita in un album? Ce lo spiegano i Glass Animals con il loro terzo disco “Dreamland”. Al contrario del secondo lavoro “How To Be A Human Being”, ci troviamo davanti un disco che mette al centro i pensieri e le emozioni del singolo in una prospettiva universale, non in storie già  “predefinite”, con un inizio e una fine ben precisa. “Dreamland” è sicuramente più pop rispetto ai lavori precedenti della band, ma a noi non dispiace. Anzi. Decisamente meritevole del podio.

#2) CHARLI XCX
how i’m feeling now
[Atlantic Records]
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Il disco della quarantena per eccellenza. Regina indiscussa dell’elettropop, Charli XCX si è data come unico limite creare un disco in sei settimane. Per il resto, “how i’m feeling now” è l’espressione totale e incondizionata della creatività  dell’artista. Tra brani più soft e dolci come “forever” e la punta di diamante “claws”, Charli ci immerge in mondo futuristico dove è l’amore a prevalere, senza mai risultare ripetitiva o banale. Da dieci e lode.

#1) THE WEEKND
After Hours
[Republic Records]

Un’umile ammissione: non avevo alcuna intenzione di mettere quest’album in classifica. Non sono mai stata una particolare fan di The Weeknd, ma bisogna pur dare a Cesare quel che è di Cesare, no? Dunque, perchè non riconoscere la validità  artistica del suo ultimo disco, “After Hours”? è una montagna russa di suoni ed emozioni, tra R&B e dream pop; un disco eccellente con hit altrettanto valide (“Save Your Tears” e “In Your Eyes” ad esempio, oltre alla già  acclamata “Blinding Lights”) da ogni punto di vista, che immerge l’ascoltatore nella mente di Abel e lo fa innamorare. Ottimo lavoro.