Per chiudere bene questo anno per tutti così doloroso ritroviamo volentieri i Lanterns On The Lake che, dopo aver pubblicato il loro quarto album, “Spook The Herd”, appena lo scorso febbraio, ritornano con un nuovo EP, contenente quattro inediti e una versione più scarna di “Baddies”, già presente sul loro lavoro più recente.
Dopo un ottimo LP, nominato anche al Mercury Prize, è giusto aspettarci ancora una prova positiva da parte del gruppo di Newcastle-Upon-Tyne, sebbene questa volta con meno minuti a disposizione.
Questa volta è la title-track “The Realist” a introdurci nel loro mondo magico e malinconico: il piano, accompagnato dal violino, sembra perfetto per aiutare la calda voce della frontwoman Hazel Wilde che, come sempre, riesce a descrivere paesaggi sonori da brividi che sembrano avvolgere l’ascoltatore grazie alle emozioni che trasportano.
I vocals rimangono cupi anche nella successiva “Understudy”, ma allo stesso tempo non nascondono la speranza, mentre la strumentazione rimane parecchio spoglia.
Anche “Baddies”, in questa sua nuova versione, risulta piuttosto scarna: piano e archi costruiscono un’atmosfera dolorosa che sembra ben rappresentare il mondo in cui stiamo vivendo ora.
Perfetta, sognante, triste, melodicamente ottima, “Romans” è un altro viaggio delicato in un mondo dai sapori cinematografici disegnato attraverso i sapienti arpeggi della chitarra di Paul Gregory e, in alcuni tratti, da una batteria militaresca.
La strumentale “Model City” poi chiude questo lavoro con atmosfere post-rock di rara bellezza che ci fanno venire voglia di scrivere Mogwai quale termine di paragone.
Cosa dire? Ventitre minuti di emozioni pure e sincere disegnate con il cuore e con classe, panorami sonori che rasentano la magia e dimostrano ancora una volta tutto il valore della band di Newcastle-Upon-Tyne: rimaniamo incantati e ci lasciamo trasportare volentieri all’interno di questi loro territori fatati.
Photo Credit: Henri Calderon