Registrato e mixato ai Sahara Sound Studios di Den Haag nell’estate del 2019, “In This House” è il secondo LP degli olandesi Lewsberg, uscito a fine marzo a due anni di distanza dal loro omonimo debutto.

Siamo introdotti in questo loro sophomore da “Left Turn”, che ci ricorda subito i canadesi Ought: lo spoken-word del frontman Arien Van Vliet è qui accompagnato dal suono di una chitarra dissonante per un tono tra il malinconico e lo scazzato.

In “At Lunch”, invece, non possiamo fare a meno di notare le pesanti influenze dei Velvet Underground: la delicatezza melodica e la gentile spensieratezza sembrano uscire proprio da quella NYC che abbiamo tanto amato.

Davvero interessante tuffarsi in seguito nella lunghissima “The Door” (oltre sei minuti): se la prima parte prende sicuramente spunto ancora una volta da Lou Reed e soci, la seconda ““ totalmente strumentale – svolta verso territori noise grazie al notevole lavoro di una ululante sei corde.

“Through The Garden”, infine, con le sue progressioni post-punk, quel suo ritmo saltellante ed energico, ma dal mood svogliato ce lo fanno avvicinare ai Parquet Courts.

Un viaggio di quasi quaranta minuti che non nasconde le numerose influenze del gruppo di stanza a Rotterdam: i Lewsberg, però, dimostrano di essere capaci di muoversi bene su numerosi binari e questo loro sophomore riesce a farci innamorare con la sua gentilezza, la sua nostalgia e il suo particolare senso poetico.