Formati da un inglese, un italiano e uno statunitense, i Mighty Oaks sono insieme da oltre dieci anni e lo scorso febbraio hanno pubblicato il loro terzo LP a distanza di tre anni dal precedente, “Dreamers”.

Tutti e tre i componenti della band indie-folk di stanza a Berlino sono diventati padri e hanno ora la loro famiglia e diventa sempre molto difficile abbandonarla, quando è il momento di partire per lunghi tour: ciò ha sicuramente influito il disco a livello lirico, che risulta quindi piuttosto personale.

Per quanto riguarda il sound, invece, il gruppo non voleva avere preconcetti o limitazioni, ma le iniziali sessioni di scrittura non avevano soddisfatto i tre musicisti: in seguito il produttore di stanza a Berlino Nikolai Potthoff è entrato a fare parte del loro team e ha scritto insieme a loro le canzoni e, nel giro di appena due mesi, il nuovo LP era stato registrato.

La luminosa title-track “All Things Go” apre il disco con armonie stratificate, influenze folk e intelligenti percussioni che non nascondono, lperò, la malinconia per le partenze e gli addii a cui la vita ci mette di fronte.

Se “Tell Me What You’re Thinking” mostra un approccio sonoro più elettronico che non ci entusiasma troppo, “Forget Tomorrow”, invece, si muove su territori più pop grazie a una sezione ritmica energica e al coro decisamente catchy e pieno di colori che mette in luce ancora una volta le doti vocali del trio di stanza nella capitale tedesca.

Le melodie folk della raffinata “Lost Again” sono davvero gentili e sensibili e sembrano riportare i Mighty Oaks verso le loro origini, mentre “What You Got” ci convince grazie al suo gradevole ritmo percussivo e alle sue armonie sincere e luminose.

“Kids” infine rallenta i toni in maniera decisa spostandosi verso un folk semplice, puro ed emozionante che, in alcuni momenti, ci ricorda il primo album di Bon Iver.

Tirando le somme questo “All Things Go” è un disco piacevole e sincero in cui la band di stanza a Berlino, pur senza risultare troppo innovativa, riesce comunque più di una volta a scaldare il cuore di chi ascolta.

Photo Credit: Bella Lieberber