Mitt Romney è un senatore repubblicano; uno che, senza alcuna incertezza, ha dichiarato, espressamente, di non aver votato per Trump, cioè il candidato ufficiale del partito di cui egli è parte, alle recenti elezioni americane. L’avversione di Romney per Trump risale, molto probabilmente, alla campagna del 2016, ma è innegabile che Romney sia stato, negli ultimi anni, la voce repubblicana più esplicita e diretta nel criticare l’operato dell’ex-presidente, tant’è vero che è stato l’unico repubblicano a votare in favore della rimozione di Trump dall’incarico, per abuso di potere, durante il suo processo di impeachment precedente.

L’avversione di Romney per Trump si è rinnovata, ovviamente, durante le ultime strampalate, sciagurate ed assurde proteste che hanno investito il Campidoglio di Washington, facendo sì che il senatore scrivesse, chiaramente, che quell’inserruzione era stata incitata dal Presidente Trump, la cui decisione di volersi opporre ai risultati di elezioni del tutto legitime e democratiche non era altro che un attacco contro la democrazia del paese a stelle e strisce. Qualcosa di vergognoso da lasciare alla storia.

Fin qui tutto bene, no? Trump è il nemico mondiale, una sorta di Caimano globale nel pieno della sua vitalità , contro cui è facile, oltre che doveroso, schierarsi.

Fatto sta che i Dead Kennedys, storica band punk-hardcore californiana, leggendo le parole del senatore repubblicano e trovandole condivisibili, come credo le trovi qualsiasi persona ragionevole, hanno pensato bene (male per loro) di ringraziarlo per la sua presa di posizione così netta e così decisa. Ma i Dead Kennedys, purtroppo, non avevano fatto i conti con l’aria che tira oggi, con la voglia social di urlare, a tutti i costi, la propria rabbia e la propria aggressività  contro un nemico comune.

Non siete più punk, avete smarrito la vostra identità , vi siete venduti; questo è stato, più o meno, il senso delle critiche e delle accuse mosse alla band, contro la quale, ovviamente, si è scagliato anche l’ex vocalist Jello Biafra, uscito dai Dead Kennedys nell’86, che ha accusato, in pratica, il gruppo di aver abbandonato, volutamente, il suo messaggio ed il suo ruolo politico.

Onestamente, con tutto il bene e la stima artistica che provo per Jello Biafra, non vedo quale sia stato il terribile peccato di Skip e compagni; hanno apprezzato le parole di condanna di Romney ed hanno voluto dargliene atto, poteva finire anche qui. Il problema, in realtà , è che quelle parole sono state pronunciate da un repubblicano ed un repubblicano deve essere necessariamente un nemico, non è possibile condividerne un giudizio politico ed è impensabile rendere la cosa di dominio pubblico, a meno che non si tratti di messaggi di scherno, critica o disprezzo.

La rete ha, quindi, stabilito che i Dead Kennedys non sono più una punk band, probabilmente ora votano tutti e quattro per il Partito Repubblicano e sotto, sotto non è detto che non abbiano qualche interesse occulto con Romney o peggio ancora con qualcuno di quei fascisti bianchi.

Questo è quello che è stato stabilito dal passa-parola virtuale, non importa se a torto o ragione, perchè ciò che è necessario è poter avere un nemico comune, meglio se brutto, stupido e cattivo; un buon nemico a cui poter dare la colpa per tutto quello che non va e soprattutto che ci permetta di liberarci da qualsiasi responsabilità  politica, sociale o economica, convincendoci che sia tempo sprecato impegnarci per una società  migliore, più giusta, più solidale, più tollerante e più onesta, tanto lassù c’è uno che se ne frega e renderà  vani tutti i nostri sforzi.

Ora che Trump è, finalmente, stato messo da parte, ci toccherà , al più presto, trovarne uno nuovo di questi utili nemici, magari altrettanto brutto, stupido e cattivo, altrimenti saremo davvero costretti a fare qualcosa per cambiare questo mondo, qualcosa di molto più costruttivo che scrivere cazzate in rete e accusare i Dead Kennedys di aver tradito il vero spirito del punk. Ma di quale spirito si tratta? Che ne dite, chiediamo a John Lydon?