La Ragazza Dello Sputnik è un progetto che ci piace, e che abbiamo già  avuto modo di inserire più volte nei nostri bollettini del venerdì: andamento psichedelico, belle immagini poetiche e un timbro che sa evadere dal clichè della voce femminile.

Dopo la pubblicazione dei tre singoli “Origami”, “Mancanze” e “In riva al male”, la cantautrice impila tutti i suoi dubbi generazionali e la frustrazione dei nuovi Venti in una lista di cattivi propositi meravigliosa, che trova nel percorso di “Kiku” uno specchio efficace della contemporaneità , facendosi manifesto di un disagio condiviso mediante un linguaggio musicale incapace di annoiare.

Tra le tracce inedite pubblicate, non può che colpire la durezza narcotica di “Psicofarmaci”, che sembra riassumere in sè la struttura della canzone italiana declinata attraverso una scelta di suoni e sonorità  che ammicca oltreoceano (o quanto meno, oltralpe) e che risente dell’elettronica senza per questo perdere di potenza autorale; “Mantide” riporta l’intensità  a livello dancefloor, attraverso un testo a denti stretti capace di ipnotizzare l’ascoltatore, mentre “27” è un identikit che potrebbe appartenere a tutti.

“Technicolor”,infine, è la giusta pennellata di colore (e lo spettro cromatico, qui, è davvero ampio) a chiudere un disco che pare essere un ottimo punto di inizio, in attesa del futuro che sarà .

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