Uno zoo, una gabbia (toracica) aperta e una foresta di voci animali che si mescolano tra loro per conquistare, sin dai primi coraggiosissimi trenta secondi, anche l’ascoltatore più ritroso.

Paul Giorgi è la nuova scommessa di Le Siepi Dischi, e da oggi è anche un po’ la nostra di IFB: Tigre è un brano giusto che riesce a stare in piedi con poche cose godendo della propria capacità  di rimanere nudo senza stancare, forse soffrendo dell’unica pecca di ricordare in modo un po’ troppo referenziale la musica di Giorgio Poi e Francesco De Leo – e per carità , mica è un male.

Belli i suoni di chitarra, godibile il giro di basso che sostiene melodicamente tutto il brano; il testo è ben scritto, con idee efficaci a far emergere quello stile lisergico e pieno d’assenzio che ammicca alla Paolo Conte, lasciando in bocca il sapore giusto dell’esordio efficace.

Se saprà  confermarsi su questa linea, magari concedendosi quel pizzico di sicurezza in più necessario ad affrancarsi dai padri putativi scelti, allora ci troveremo fra le mani (e nelle orecchie) una voce giusta, con belle intenzioni musicali e identità  da vendere. Insomma, tutto quello che oggi manca ai tre quarti delle uscite di ogni maledetto venerdì.

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