Gli anni passano anche per quell’instancabile ed eterno “ragazzino” di Damon Albarn,  che venti primavere fa, insieme al creatore di fumetti Jamie Hewlett (creatore di “Tank Girl”), decise di creare una nuova band mentre guardavano il canale MTV. Ecco, quello che poi venne fuori fu una delle più geniali ed incredibili band nel panorama musicale contemporaneo, una band virtuale che è riuscita a racchiudere un variegato coacervo di generi tanto da diventare assolutamente riconoscibile sin dalle prime note delle sue produzioni.

I Gorillaz con a capo Albarn nelle vesti di leader dentro il suo avatar 2-D e insieme ai suoi “metafisici” e valorosi compagni di viaggio Murdoc, Noodle e Russel, hanno fatto di questo primo album omonimo un successo planetario, ecco, alla faccia dell’esperimento! Esattamente signori miei, a parer mio il progetto era ben chiaro nella mente del suo creatore, un Damon Albarn più ispirato che mai e che solo un paio di anni più tardi con i Blur tirò fuori quell’ottimo “Think Tank” che altrettanto successo riscosse.

Quindi, lungi dall’essere un puro e semplice side-project, il debutto della cartoon band più famosa del globo fu con “Clint Eastwood” (che prende il nome proprio dall’omonimo attore) brano che mio figlio conosce a memoria e che pure i granelli di sabbia intrisi d’acqua in fondo all’oceano possono canticchiare.

Coadiuvato da musicisti di notevole caratura, in specie dal noto produttore californiano Daniel M. Nakamura aka Dan the Automator e dal rapper e compositore Teren Delvon Jones, meglio conosciuto come Del the Funky Homosapien, il vecchio volpone di Albarn è riuscito a collezionare ben quindici episodi che spaziano tra il pop-rock della coppia d’apertura “Re-Hash” e “5/4”, al trip-hop ma che più “trip” non si può di “New Genious (Brother)” e, nella sua versione psichedelica, di “Sound Check (Gravity)”, al synth-pop di una malinconica “Man Research (Clapper)” che fluttua tra i falsetti lamentosi di Albarn, fino ad arrivare al delirio lo-fi di “Punk” e, per non farci mancare nulla, ma proprio nulla, la farcitura si arricchisce con il festaiolo rap di “Rock the House” e col meraviglioso dub di “Slow Country”.

In realtà , il rollercoaster costruito da Damon si mostra ancora più variopinto anche perchè all’impianto sonoro segue quello visivo messo su da Jamie Hewlett ovvero quello delle storie raccontate con i video che hanno accompagnato i singoli e capaci di creare una sorta di trait d’union quasi necessaria, come nel caso di “Tomorrow Comes Today” e dell’iconica “19-2000”, brani spaziali conditi dalla regia visionaria e brillante di Hewlett.

Questo esordio dei Gorillaz rappresenta uno dei migliori degli ultimi vent’anni! Una band geniale come il suo creatore e che difficilmente ha sbagliato un tiro…basta ascoltare l’ultimo spettacolare album dell’anno appena trascorso.

“I ain’t happy, I’m feeling glad
I got sunshine in a bag
I’m useless but not for long
The future is coming on”

Data di pubblicazione: 26 marzo 2001
Tracce: 15/17
Lunghezza: 57:22
Etichetta: Parlophone Records
Produttore: Gorillaz, Dan the Automator, Tom Girling, Jason Cox

Tracklist:
1.Re-Hash
2.5/4
3.Tomorrow Comes Today
4.New Genious (Brother)
5.Clint Eastwood
6.Man Research (Clapper)
7.Punk
8.Sound Check (Gravity)
9.Double Bass
10.Rock the House
11.19-2000
12.Latin Simone ( ¿Què Pasa Contigo?)
13.Starshine
14.Slow Country
15.M1 A1