Ammetto di avere un debole per Elizabeth Harris, quarantenne musicista dell’Oregon, nota come Grouper (ovvero “cernia”, il pesce). In effetti non è molto bella, Liz. Magrolina, occhi pesti, nessuna seducente rotondità , ed una faccia su cui pare abbia scritto un bel VAFFAN**LO a caratteri cubitali. Ma la prima volta che ascoltai i suoi angelici vocalizzi me ne innamorai a scatola chiusa.

“A I A” è il suo sesto (e settimo, come vedremo) album, uscito l’11 aprile del 2011, esattamente dieci anni fa. E’ diviso in due parti pubblicate in contemporanea, “Dream Loss” e “Alien Observer”, ed arriva dopo “Dragging a Dead Deer Up a Hill” del 2008, il primo consistente successo di critica.

La partiture di Grouper sono ripetitive ninne-nanne folk avvolte da vortici di droni e riverberi, molto più vicine alla musica ambient che allo shoegaze, e sottilmente pervase da un’anima psichedelica. Non succede molto nei suoi brani: spesso come si inizia si finisce. Ma è il metodo, l’approccio, il vero motivo per gustare le sue musiche.

Da una che pubblica un album chiamato “Trascinando un cervo morto su una collina” è lecito aspettarsi qualcosa di inusuale. “Moon Is Sharp” apre in grande stile con un mulinello di distorsioni sotto cui filtra una tenera invocazione. E “Alien Observer” sembra proprio lo sguardo asettico di un alieno sui sentimenti umani, cullato da una filastrocca languida e spettrale.

Ancora più liturgica e pastorale, “Vapour Trails” si trascina per nove lunghi minuti in meandri ancestrali. Le ambientazioni della Harris coniano una specie di ambient gotica, dove l’aspetto psicologico e interiore viene lasciato a briglia sciolta in modo non dissimile da come facevano i Cocteau Twins, seppur in un ambito decisamente più lisergico e meno pop.

“She Loves Me That Way” è l’ennesima interminabile litania, una via crucis di sussurri che sembrano implorazioni. “Come Softly” rievoca le atmosfere noir dell’Angelo Badalamenti di “Twin Peaks”, con il solito carillon a setacciare suggestivi ricordi d’infanzia.

“Dream Loss” è a mio parere inferiore, ma costituisce parte integrante dell’opera. Un’opera che, a distanza di dieci anni, sarebbe bene ascoltare e rivalutare, soprattutto chi non avesse mai sentito parlare di questa peculiare cantautrice.

Data di pubblicazione: 11 aprile 2011
Tracce: 6
Lunghezza: 39:07
Etichetta: Yellow Electric
Produttori: Liz Harris

Tracklist
1. Moon Is Sharp
2. Alien Observer
3. Vapor Trails
4. She Loves Me That Way (Second Heart Tone)
5. Mary, On the Wall (For Bette Jackson)
6. Come Softly (For Daniel Dalzell)