Brit Pop, Brit Pop delle mie brame, chi è il più bello del reame?“. A questa domanda le risposte più scontate,ma tutto sommato supportate da vendite e canzoni indimenticabili, potrebbero essere Oasis, Blur, Pulp, Supergrass…ma per chi vi scrive invece sul gradino più alto arriverebbero loro, i fuoriclasse di Sheffiled dalla carriera fin troppo breve, i Longpigs. Il quartetto, che vede(va) in Crispin Hunt e Richard Hawley i due pezzi da 90, in questo esordio fa esplodere tutta la classe e la qualità  melodica che già  i primi singoli avevano evidenziato: indie-rock da stadio e con valenze epiche (che si esaltano in ritornelloni costruiti per essere urlati a pieni polmoni, più che cantati) ma che sa anche diventare nervoso, accondiscendente e, perchè no, lascivo quando serve.

Giocarsi la carta dei pesi massimi in apertura del disco può sempre essere un rischio, ma per Hunt e compari è tutt’altro che un azzardo quando i restanti brani della tracklist sono altrettanto validi, se non di più. “Lost Myself” è apertura incredibile, con quell’urlo verso la fine del brano che incedia subito i cuori, ma sono i saliscendi alla Blur di “She Said” che accendono la miccia Brit pop. L’urgenza espressiva del brano lascia senza fiato. “Far” è semplicemente maestosa. Non c’è altro da dire. Il quartetto delle meraviglie si conclude con “On and On” la canzone, forse, più nota della band, ballata struggente che uno come Bono avrebbe pagato oro per scrivere.

Dicevamo, il poker iniziale avrebbe potuto inchiodare la seconda parte del lavoro, che invece vive di vita propria alla grande. Il blues acido di “Happy Again”, l’andamento quasi pastorale di “All Hype”, l’esplosione rabbiosa e catartica di “Jesus Christ” e di “Elvis” (che con i suoi ‘stop and go‘ ci fa letteralmente andare fuori di testa), la melodia limpidissima e accattivante di “Sally Dances” e quella meraviglia dal gusto quasi pop-folk che è “Dozen Wicked Words” (il mio brano preferito del disco)…qui c’è solo l’imbarazzo della scelta per indicare dove stia l’eccellenza assoluta.

Il lungo e sfiancante tour portò a “Mobile Home“, un secondo disco decisamente diverso da questo album (ma altrettanto bello), ma oggi il nostro pensiero è qui, a questa delizia guitar-pop-rock che non smette d’incantare.

Pubblicazione: 29 Aprile 1996
Registrato: 1995″“1996, Axis Studios, Sheffield
Genere: Britpop, alternative rock
Lunghezza: 63:26 (including hidden track)
Label: Mother
Produttore: Kevin Bacon, Jonathan Quarmby

Tracklist:
1. Lost Myself
2. She Said
3. Far
4. On And On
5. Happy Again
6. All Hype
7. Sally Dances
8. Jesus Christ
9. Dozen Wicked Words
10. Elvis
11. Over Our Bodies
(silence)
12. Sleep