Marla Grayson di mestiere fa la truffatrice di anziani, però legale.
Niente “signora siamo qui per leggere il contatore” o “signora la chiamo dalla banca, mi servono i suoi codici di accesso per fare un controllo“, ma ““ con l’aiuto di alcuni medici compiacenti ““ fa dichiarare uno stato confusionale, un inizio galoppante di qualche forma di demenza ai malcapitati di turno, così che lei ne diventi il tutore legale, di fatto disponendo di ogni loro dollaro, isolandoli dalla famiglia, vendendo le loro case, suggerendo di modificare i farmaci per tenerli tranquilla e così via.

Naturalmente, parte di tutto finisce direttamente a lei, sotto la voce “onorari”. I vecchietti più ambiti sono quelli senza famiglia, che spesso i figli sono così noiosi e fuori luogo, con le loro richieste di ulteriori pareri medici, o con appelli a giudici talmente ammaliati dal fascino della tutrice che sembrano essere caduti
da un altro pianeta. Questi vecchi vengono definiti “cherry” ““ ciliegina.

E tutto va bene fintanto che Marla non si imbatte in una ciliegia avvelenata, ovvero un’attiva, capace e scaltra signora con qualche segreto nel passato e dei legami stretti con persone abbastanza pericolose.
Da qui, le cose non possono che peggiorare, immancabilmente e inesorabilmente.

Il film di per sè è piacevole, se non fosse per due momenti in cui vorresti prendere gli sceneggiatori e far presenti che dei buchi di trama così maldestri fanno restare davvero male.

E se uno è fastidioso ma perdonabile (se aspetti l’anziana che sta scappando dalla casa di riposo, tu sei in macchina e vedi due infermieri che la stanno inseguendo, perchè resti fermo in macchina e non le vai incontro?) mentre l’altro è quel che fa afflosciare tutto il film: la surreale scena subacquea. Non dirò di più, è una sena chiave del film (e a suo modo un omaggio a Quentin Tarantino, che in “Kill Bill 2” ha diretto una scena analoga, magari altrettanto paradossale ma quantomeno sublime), ma davvero è così poco credibile che resta un fastidio addosso che pensi “meno male che quantomeno era compreso nell’abbonamento ad Amazon Prime“.