Di Stefano Bartolotta

I Glasvegas sono tornati dopo diversi anni di assenza con un album, a mio modo di vedere, convincente e che rinnova uno dei punti di forza della band, ovvero quello di risultare estremamente comunicativa e di saper dire qualcosa all’ascoltatore, al di là  della facilità  melodica o di ascolto in generale, e anzi, sfruttando le suggestioni di scelte musicali che possono apparire incomplete e figlie di scarsa ispirazione. Buona parte della carriera della band scozzese è stata caratterizzata da queste scelte, e dal loro non essere capite, però non sono mai mancate alcune canzoni che, invece, suonano più compiute e con le melodie più efficaci e immediate. Per cui, è ovvio che, se dobbiamo fare la classifica delle migliori canzoni, dobbiamo scegliere queste, a costo di non rappresentare un aspetto importante del repertorio della band, che si può cogliere solo ascoltando gli album nella loro interezza.

10. Cupid’s Dark Disco
2021, da “Godspeed”

Nervosismo chitarristico e melodia limpida, un’associazione che normalmente i Glasvegas non fanno, nel senso che quando ci vanno pesanti col suono, le melodie sono molto più sfuggenti ed enigmatiche, invece qui resta tutto appiccicato al cervello fin dal primo ascolto, anche grazie al giretto di tastiera piazzato lì al punto giusto.

9. I’d Rather Be Dead / 8. Choices
2013, da “Later”… When The TV Turns To Static”

Il discorso fatto in premessa sui dischi dei Glasvegas vale più che mai per questo terzo lavoro, di difficile interpretazione se non gli si dà  la giusta attenzione, ma capace di parlare all’ascoltatore che apre a esso la mente e il cuore, andando al di là  delle imperfezioni formali. Però, visto che stiamo parlando di canzoni singole, ci sembra giusto inserire, a questo punto della classifica, le due che, più di tutte le altre in questo disco, stanno su da sole e suonano più compiute e di ascolto più facile.

7. Lots Sometimes
2011, da “EUPHORIC///HEARTBREAK\\\”

Alla fine di un disco all’epoca attesissimo da un’ampia fetta di pubblico, e che era destinato a spiazzare la stragrande maggioranza di essa, i Glasvegas piazzano un potenziale singolo capace di prendere subito per meno l’ascoltatore e di trascinarlo grazie alla micidiale combinazione tra azzeccata ripetizione melodica e costante progressione di intensità  sonora. Eccellente anche l’idea di mettere a contrasto le parole “lots ” e “lost”, per un risultato finale esaltante, ma che in molti non si saranno goduti o perchè non saranno nemmeno riusciti ad arrivare a quel punto del disco, o perchè, con mente chiusa, si aspettavano una serie di nuove “Geraldine” e “It’s My Own Cheating Heart”. Problemi loro, onestamente, non certo della band, nè di chi, invece, ha continuato a concedere loro fiducia, godendosi gioielli come questo.

6. A Snowflake Fell (And It Felt Like A Kiss)
2009, da “A Snowflake Fell (And It Felt Like A Kiss EP”

Quando sei nello stato di grazia in cui la band era in quel periodo, e tiri fuori melodie micidiali una dietro l’altra, il singolo di Natale è un obbligo, e i Glasvegas hanno risposto più che mai presente anche in questa occasione, includendolo in un EP di ottima qualità , perchè davvero quando la mano è così calda non si può non sfruttarla.

5. Polmont On My Mind
2008, da “Glasvegas”

Sempre perchè si sta parlando di singole canzoni e non di dischi nel loro complesso, non potevo non mettere in classifica una terza canzone dell’album di debutto, oltre ai due singoli immortali la cui presenza non può certo essere discussa. La scelta è stata ardua, ma sono convinto di aver pescato bene, con una canzone che non va nemmeno commentata, perchè parla semplicemente da sola e riempie il corpo di adrenalina e il cuore di emozioni forti.

4. Keep Me A Space
2021, da “Godspeed”

Quando è uscito questo singolo, un po’ ci abbiamo sperato che i Glasvegas si fossero riconvertiti alla melodia e ci proponessero un disco tutto da cantare a gola spalancata come quello con cui ci si erano presentati 13 anni fa. Così non è stato, però, personalmente, lo trovo un altro lavoro che mi comunica qualcosa, e tanto mi basta, sinceramente. Poi vabbè, ascolto questa e letteralmente decollo, un pezzone clamoroso che smetterò di canticchiarmi tra me e me, o di farlo con più forza nei momenti in cui non rischio di essere preso per un pazzo, tra moltissimo tempo. E poi, quando dice “nothing lasts forever, some people say, all things must pass, I don’t feel this way”, non solo rappresenta quello che sono io, ma anche quello che è il percorso della band, data per morta in mille occasioni, ma che invece non ne vuole sapere di abbandonare.

3. Euphoria, Take My Hand/strong>
2011, da “EUPHORIC///HEARTBREAK\\\”

Se si parlasse solo di rappresentatività , e non di qualità , se si dovesse scegliere una e una sola canzone che metta in scena tutto ciò che sono i Glasvegas, beh, non si potrebbe scegliere che questa. C’è davvero tutto qui, dal cantato unico di James, le chitarre e la batteria che insieme spingono e mantengono rotondità , un testo in cui non si ha paura di esporre le amarezze e le difficoltà  della vita ma allo stesso tempo si proclama la propria voglia di rivalsa, e, sopra tutto, l’ennesima melodia irresistibile.

2. Geraldine
2008, da “Glasvegas”

OK, le prime due posizioni sono più scontate che mai, ma come si fa a scegliere diversamente? Questa canzone, ad esempio, è letteralmente un galoppo travolgente, con la metrica del testo che conferisce ulteriore ritmo e amplifica proprio il senso di essere su un cavallo in corsa e di procedere spediti in modo inarrestabile, con tuta la forza che serve per dire a qualcuno a cui teniamo “I will be the angel on your shoulder“.

1. It’s My Own Cheating Heart That Make Me Cry
2008, da “Glasvegas”

Questa canzone non è semplicemente splendida e devastante, ma contiene diversi momenti di genialità . Le citazioni furbette dal mondo Oasis, quel modo di ripetere la parola “liar” per cinque volte in quel punto preciso e poi farla rimare con “pants on fire”, la strofa finale in cui l’autore si auto flagella senza freni ma ci fa anche capire che non è giusto, che non è tutto o bianco o nero, l’esplosione finale, che conclude con la pennellata del maestro una rappresentazione che fa battere talmente il cuore che potrebbe essere quasi pittorica, tanto viene facile visualizzare ciò che sta succedendo mentre si ascolta. Canzone che fa tremare il petto e i polsi e che merita di essere consegnata all’eternità .