In alto le pinte: è uscito il nuovo album dei Dropkick Murphys. Per la decima volta in una carriera che prosegue ormai da due decenni abbondanti, la band statunitense ci regala la colonna sonora perfetta per un’affollata festa punk rock a tema celtico e ad altissimo tasso alcolico. Peccato solo per il pessimo tempismo: la pandemia continua a dilagare e, almeno per il momento, i gioiosi assembramenti tra amici è meglio rimandarli a data da destinarsi.

Grazie al cielo ci restano le birre, degne compagne di sventura in questi mesi atroci. Bastano un paio di sorsi per farsela subito prendere a bene e godersi le undici tracce di “Turn Up That Dial”; un lavoro di cuore e pancia che, stando alle parole del gruppo di Ken Casey e Al Barr, celebra la semplicità  con cui la musica riesce a dare sollievo e ad allontanare i problemi anche nei momenti più difficili. Una botta di sana spensieratezza in attesa del ritorno alla vita: è proprio quello di cui avevamo bisogno, in fin dei conti.

Siete tristi perchè è da un anno e passa che non andate a un concerto? Chiudete gli occhi e lasciatevi trascinare dalle cornamuse, dai mandolini e dai cori di “L-EE-B-O-Y”, “H.B.D.M.F”, “Middle Finger” e “City By The Sea”: vi sembrerà  di essere circondati da un’orda di irlandesi ubriachi che pogano come forsennati.

E quando il party danzante inizia a farsi un po’ troppo ripetitivo e le atmosfere da San Patrizio perenne diventano opprimenti, i Dropkick Murphys ci offrono due timide opzioni: prendere una boccata d’ossigeno con le sonorità  folk e acustiche di “Queen Of Suffolk County” e “I Wish You Were Here” (non è una cover dei Pink Floyd, ma stranamente ricorda “Outside The Wall”), oppure tornare in assetto da guerra per affrontare le bordate punk della clashiana “Mick Jones Nicked My Pudding”, della spumeggiante “Good As Gold” e di una “Smash Shit Up” che, nel giro di basso di Kevin Rheault, cita in maniera sfacciata i Deep Purple di “Black Night”.

Nessuna esplosione di originalità  o creatività : la band di Boston, come ormai da prassi, punta sull’usato sicuro. E, tutto sommato, fa bene: ogni singolo minuto di “Turn Up That Dial” sprizza felicità , leggerezza e voglia di vivere. Speriamo sia un buon auspicio per il futuro.