Finalmente i concerti sono ripartiti. Finalmente si può tornare a quel magico rito che parte dall’acquisto del biglietto fino alla birra post concerto. Sicuramente, e questo è un triste fatto, ora come ora dobbiamo scendere a patti con una versione dei live che si adatta ai tempi: non più in piedi, sotto palco a ballare e pogare, ma seduti e distanziati con la mascherina ben indossata. Certo è che ripartire con  Rachele Bastreghi a Villa Arconati per il suo “Psychodonna Tour” non è per niente male.

Un’atmosfera bucolica da perdere la testa quella che mi si palesa davanti nel momento in cui entro nella venue. Una parete di foglie che dà  le spalle ad un tramonto mozzafiato, un palchetto molto piccolo e molto basso con davanti una platea di sedie ancora semivuote. Non fatico a credere come sia difficile per gli artisti ripartire e avere quel pubblico di due anni fa.

A  Rachele, e tutto l’ensemble di musicisti ad accompagnarla, frega veramente poco perchè finalmente lei porta sul palco il suo lavoro da solista dal titolo “Psychodonna” che, suonato dal vivo, è proprio una figata stratosferica. E niente importa se davanti ci sono venti persone o duecento, l’importante è suonare. E tutti suonano alla grande, una sinergia perfetta tra le componenti strumentali e vocali della cantante, una grinta che per fortuna viene fuori e che con i Baustelle era relegata a cornice.

Il tutto inizia con “Poi Mi Tiro Su”, opening track dell’album:  Rachele è un po’ impacciata, nervosa ma dopo poco riesce a prendere confidenza con il contorno e si apre arrivando a toccare anche le note più alte. Tra nuove canzoni e vecchie, sicuramente i migliori arrangiamenti live vedono “Psychodonna”, “Penelope” e “Fatelo Con Me” (la cover di Anna Oxa) brillare tra tutti gli altri. Perchè già  in studio sono qualcosa di epico, dal vivo rendono ancora di più il mondo che la cantante si è creata. Ed è la stessa Bastreghi a rendere la versione dal vivo unica, proprio perchè si aggiungere ai suoi compagni per suonare tamburo, tastiere ecc.

Per un totale di dodici canzoni, un’oretta e qualcosa scarsa, tu spettatore sei finalmente felice. E sei ancor di più felice quando vedi la gente che si alza e si avvicina sotto palco per ballare e cantare assieme a lei, e proprio lei, in tutta la sua timidezza, si avvicina e interagisce. Tralasciando gli aspetti Covid-19 a cui uno poteva appellarsi per criticare la scena, io personalmente mi sono quasi commosso. Era da così tanto tempo che non respiravo l’atmosfera di un concerto normale, di un concerto bello e divertente e questo mi ha fatto ricordare i bei vecchi tempi quando preferivi non mangiare piuttosto che perderti quell’evento live del tuo artista preferito. Perchè un po’ tutti lo abbiamo fatto e, sono sicuro, continueremo a farlo.

Rachele Bastreghi, nell’intervista che le ho fatto, sperava in tour anche solo nel 2021. C’è riuscita e tutti voi dovreste andare a vederla.

Credit Foto: Elisabetta Claudio