Come disse una magnifica Cate Blanchett all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, “siamo qui e ce l’abbiamo fatta”. E cavolo, se ce l’ha fatta il TOdays Festival di quest’anno. Tra nuove varianti, artisti che si vedono costretti a rinunciare ad esibirsi (vedi Arlo Parks) e aspettative che non si decidevano a scendere, di timore che il festival deludesse ce n’era. Ci pensiamo però noi a rassicurarvi, niente paura: nonostante l’assenza dei Working Men’s Club, la prima giornata del TOdays è stata un successo.
àSGEIR
Come ci preannunciò il nostro Michele nella recensione della prima giornata dell’Ypsigrock (potete trovarla qui), àsgeir è di una dolcezza e una sensibilità incredibile. Sa rendere l’islandese la lingua più poetica che esista, rende tutto ciò che dice e canta così armonioso che potrebbe elencare la lista della spesa e tu staresti lì a pensare che ti ha appena raccontato un episodio significativo della sua infanzia. La sua è un’elettronica folk poetica, che nasce dalla penna (nonchè ispirazione) del padre poeta Einar Georg Einarsson e dall’ammirazione per artisti del calibro di James Blake. Aprire il festival con àsgeir è stata sicuramente una mossa geniale, che ha saputo creare hype per il resto della serata senza far esaltare troppo il pubblico; l’unica pecca è che pareva mancasse di presenza scenica, come se credesse di essere troppo piccolo rispetto al pubblico che gli si presentava davanti. Per fortuna, a rimediare ci ha pensato il fidato batterista, che in ogni singola percussione ha dato il massimo dell’energia ““ con tanto di headbanging, dire che sembrava il più emozionato lì fuori sarebbe un eufemismo.
DRY CLEANING
Mi chiedo come stiano i Dry Cleaning al momento. Non deve essere affatto facile farsi carico dell’intera scena musicale post-punk e rendere una serata memorabile indossando semplicemente un pigiama. Battute a parte, avrete forse capito che i Dry Cleaning sono stati la sorpresa più grande della prima giornata del TOdays. Il contrasto tra la calma fredda nella voce di Florence Shaw e l’energia dei suoi compagni ““ al punto che non sarebbe esagerato dire che erano dei pazzi scatenati, come ognuno di noi ““ è stato uno dei punti vincenti del gruppo, che ha conquistato chiunque li stesse ascoltando. E beh, considerando quanto siano ben poco silenziosi, siamo sicuri che si sono assicurati una buona fetta di pubblico. Esattamente ciò che meritano, e nessuno può affermare il contrario. Si tratta di uno dei pochi gruppi per cui si può sì dire che hanno dei buoni pezzi, ma soprattutto che dal vivo sono mille volte meglio. Se non siete riusciti a prendere i biglietti per questa giornata del TOdays Festival, non provateci nemmeno a perdervi un altro live dei Dry Cleaning. Fidatevi, ne avete incredibilmente bisogno.
ANDREA LASZLO DE SIMONE CON L’IMMENSITà€ ORCHESTRA
Non c’è da dire molto su questo spettacolo, se non una cosa fondamentale che a volte, purtroppo, diamo per scontato. In appena 60 minuti, Andrea Laszlo De Simone ci ha ricordato perchè ascoltiamo musica, soprattutto dal vivo: è l’unica cosa che ci fa davvero sentire vivi, come nessun’altra cosa al mondo. Ci fa provare emozioni, ballare, saltare, piangere, innamorare. Praticamente tutto ciò che è effettivamente successo durante l’esibizione di cui stiamo parlando ““ oltre a una standing ovation bella lunga, e tutta meritata pure. L’artista ha salutato (temporaneamente, sia chiaro) il pubblico in un modo così magistrale e fiabesco che persino spiegarlo è difficile, ci ha donato dieci anni di musica e passione e ha chiesto di farli nostri, di continuare a riscoprire e vivere l’immensità che la musica ci offre ogni giorno. Il TOdays non poteva concludere la sua prima giornata con un messaggio più vero e necessario di questo. Perchè alla fine, a volte, la musica è davvero l’unica cosa che può venire a salvarci quando più ne abbiamo bisogno.