Non importa se in solitaria, in casa Disney/Marvel o in quella di DC, ovunque metta mano, James Gunn realizza uno tra i migliori cinecomics dell’epoca moderna. E’ successo anche questa volta con questo strampalato, estremo e divertentissimo reboot/remix del malriuscito predecessore “Suicide Squad” (senza il The che lo differenzia da questa versione).
Tutto merito ovviamente della grande libertà di cui Gunn ha goduto durante il temporaneo esilio in quel di DC, in seguito al breve ma mediaticamente rumoroso licenziamento da parte di Disney. Libertà che invece è mancata a e ha castrato numerose pellicole del colosso americano, tutte rimaneggiate da tagli e cut alternativi a quelli immaginati dai vari Snyder e Ayer.
Ironia, sangue, fratellanza, battute politicamente scorrette, complessi edipici irrisolti ed effetti speciali cartooneschi affollano due e ore e oltre che filano come un fiume in piena di colori e suoni.
Nemmeno un minuto perso a presentare i numerosi personaggi, li conosceremo tutti in azione, come del resto capita a loro stessi, pressappoco sconosciuti l’uno all’altro prima della missione suicidia sull’isola di Corto Maltese. I miei preferiti il Peacemaker di John Cena, idiotamente spietato, il divertentissimo uomo squalo con l’hobby per la lettura e, ovviamente, l’uomo che spara i pois esplosivi.
Chi non crede sia ancora possibile fare cinecomics che siano allo stesso tempo film d’autore dovrà ricredersi guardando la pop art pura e psichedelica dello scontro finale con il mostro stella marina, dove praticamente ogni inquadratura è un quadro surrealista dai colori flashy. Su tutti Harley Quinn che fluttua nell’occhio della stella marina tra i fiotti di sangue che man mano si addensano.