La tramutazione dell’acqua in vino, scusandomi sin d’ora se la parafrasi possa sembrare blasfema, ben si colloca anzi, a parer mio, lo fa perfettamente nella persona di Dave Gahan, un artista dalle doti smisurate, incommensurabili dove ogni suo fiato riesce a scaldare, emozionare e toccare l’intimo di ogni essere umano. Le corde vocali che la Provvidenza, giusto per non discostarci dal tema, gli ha donato sono perfette in ogni ambito, in ogni occasione, anche in quei rari casi dove potrebbero sembrare non vestite a pennello.

Con “Imposter”, il grande Dave si cala nei panni di un interprete che a sua volta vuole sorprendere se stesso, perchè se da un lato è pur vero che i dodici episodi sono stati scelti accuratamente ed attentamente selezionati da Dave, da un altro è altrettanto vero che, difficile negarlo, da ogni singola nota Dave  vuole ricordare a tutti davanti a quale top player ci troviamo.

Basterebbero, in effetti, le sole note dell’opener di James Carr “The Dark End Of The Street”, ovvero di “Metal Heart” di Cat Power oppure dell’incantevole “The Desperate Kingdom Of Love” di PJ Harvey per comprendere come Dave abbia affrontato questo lavoro con dovizia di particolari ma anche con tanto rispetto e delicatezza.

La differenza con i precedenti lavori a firma Soulsavers sta solo nelle sonorità  in quanto sia nel primo “The Light The Dead See” del 2012 che nel successivo “Angels & Ghosts” del 2015, l’impronta di Dave si mostra cristallina nei testi ma anche nell’impianto sonoro. Certo, “Imposter” spicca per la sua inevitabile ambientazione personale dove il carismatico frontman dei Depeche Mode riesce traccia dopo traccia a sostenere qualsivoglia prova canora senza mai strafare. Come accade nella versione di un classico intoccabile come “Lilac Wine” portato in scena da Nina Simone e dall’immortale Jeff Buckley, ma anche nella meravigliosa versione di “Always on My Mind”, brano composto per Elvis Presley da Mark James ovvero in “Smile” di Charlie Chaplin, dove la playlist di Dave raggiunge il suo apice, avvolto da un mantello di raffinatezza ed eleganza.

Registrato nel novembre 2019 presso gli Shangri-La Studios a Malibu di Rick Rubin, questo terzo disco con i Soulsavers vede la collaborazione del solo Rich Machin, mentre l’altro membro Ian Glover non è accreditato, e rappresenta il quinto album di Gahan lontano dai DM, nel quale, dunque, il cantautore dell’Essex rispolvera il suo background musicale arrangiandolo e interpretandolo alla sua maniera.

Stupenda la versione di “Strange Religion” dell’amico Mark Lanegan – che ha fatto parte dei Soulsavers prima di lui in “It’s Not How Far You Fall, It’s the Way You Land” del 2007 e “Broken” del 2009 – come pure l’oscura “Shut Me Down” di Rowland S Howard o nel classico di Neil Young, una  “A Man Needs A Maid” che si adagia perfettamente nelle corde vocali di Dave.

“Imposter” ci regala quarantasei minuti di superba interpretazione, un disco per tutte le stagioni ma che sotto Natale ben si presta ad allietare le giornate intime e gioviali con parenti ed amici. Ed anche per questa volta, grazie Dave.

Credit Foto: Spencer Ostrander & Joe Magowan