L’imperdonabile del titolo è Sandra Bullock, debitamente struccata e visibilmente sfregiata dal botox (più che dall’età ), nel ruolo di una “cop killer” che si ritrova a doversi reintegrare nel brutale mondo reale dopo 20 anni di carcere.

Ovviamente niente andrà  come la poverina aveva immaginato, mentre invece per lo spettatore, dopo 5 minuti di film e la consueta carrellata di personaggi (i fratelli in cerca di vendetta, la famiglia medio-borghese perfetta che ha adottato la sorella, la moglie nera dell’avvocato), è tutto troppo chiaro.

Rimangono però una Seattle dura, nebbiosa e inospitale, fotografata con gran realismo e una serie di ottime intepretazione all’insegna del “less is better“, capeggiata ovviamente da quella di Vincent D’Onofrio, un attore che mi piacerebbe vedere molto più attivo.