Iniziamo il grande carosello degli anniversari del 2022 celebrando il quarantacinquesimo compleanno di “Cardiac Arrest”, l’album di debutto dei Cameo. Qualcuno se li ricorda? Questa band newyorchese ha scritto una delle hit più celebri degli anni ’80, ovvero l’immortale “Word Up!”. Un pezzone bello ignorante che viaggia sulle ali di synth strabordanti, rullantoni esplosivi e di un ritornello cafone al punto giusto da appiccicarsi in testa sin dal primissimo ascolto.
Una gustosa pacchianata alla quale è davvero difficile resistere – a meno che non siate proprio dei nemici giurati del groove! Diciamo subito una cosa, però: per quanto riguarda lo stile, le otto tracce di “Cardiac Arrest” hanno ben poco a che spartire con il clamoroso singolo spacca-classifiche datato 1986.
I Cameo degli esordi sono un ottetto che ignora la pop music e guarda con attenzione ““ forse anche un po’ troppa attenzione, a onor del vero ““ alle lezioni funk impartite da alcuni loro inavvicinabili contemporanei: Ohio Players, Kool & the Gang, Bar-Kays e il mostruoso collettivo Parliament/Funkadelic di George Clinton. Larry Blackmon e compagni sono dei maestri della scopiazzatura: in questo disco, infatti, non vi è la benchè minima ombra di originalità .
La personalità e la vivacità dei Cameo, tuttavia, sono esagerate. Indifferente o quasi alla nascente scena della disco music (a esclusione di “Find My Way”, un perfetto numero da pista da ballo), il gruppo prova a plasmare un proprio sound ““ ribattezzato C-Funk ““ senza mai davvero dar l’impressione di esser pronto ad aggiungere qualcosa di rivoluzionario o quanto meno nuovo a un discorso che, in maniera assai generica, potremmo inserire nel grande calderone dell’R&B.
Ma sapete che c’è? E chissenefrega! Perchè star qui a perder tempo in inutili disquisizioni? Andate a recuperarvi l’album (su Spotify lo trovate), premete il tasto play e lasciatevi travolgere dai ritmi scoppiettanti e incisivi di canzoni che, pur non essendo entrate nella storia del funk, sanno ancora divertire e coinvolgere a distanza di quasi mezzo secolo dalla loro uscita.
A garantire il tiro e il sudore sono gli intriganti giri di basso di William Revis, le chitarre elettriche di un Eric Durham che spesso e volentieri flirta con il rock, una sezione fiati sempre sul pezzo ma mai invadente e, naturalmente, un giovanissimo ma già istrionico Larry Blackmon, sprizzante energia da tutti i pori ma bravo anche nelle ballad e semi-ballad (“Smile” e “Stand By My Side”).
I pochissimi brani soft di “Cardiac Arrest” sono però una sciocchezzuola se confrontati al ricco armamentario funk dei Cameo prima maniera: se volete iniziare il nuovo anno con il piede giusto, mettete pure su “Still Feels Good”, “Post Mortem”, “Funk Funk” e “Rigor Mortis”. Magari portano fortuna – nonostante un paio di titoli alquanto lugubri.
Data di pubblicazione: 1 ° gennaio 1977
Tracce: 8
Lunghezza: 35:33
Etichetta: Chocolate City Records
Produttore: Larry Blackmon
Tracklist:
1. Still Feels Good
2. Post Mortem
3. Smile
4. Funk Funk
5. Find My Way
6. Rigor Mortis
7. Good Times
8. Stay By My Side