Aria di cambiamento in casa Blood Red Shoes tre anni dopo “Get Tragic” (era il 2019) e a poche settimane di distanza da “Town Called Nothing” mini esordio solista della frontwoman Laura-Mary Carter. “Ghosts On Tape” prodotto da Tom Dalgety (Pixies, Royal Blood) in realtà  è stato registrato a Los Angeles nel marzo 2020 e concepito ben prima di “à'”, l’EP uscito a giugno 2021 che ha segnato il ritorno discografico del duo Ansell ““ Carter dopo un anno di pausa.

Due dischi non troppo simili ma strettamente legati, registrati con l’intento di cambiare l’idea che il pubblico si era fatto dei Blood Red Shoes. Li ritroviamo più cupi e ribelli, tra titoli rigorosamente in maiuscolo come fossero prime pagine di tabloid, chitarre distorte e pillole di dark pop dominate da sintetizzatori minimali e tenaci. Molti dei testi di “Ghosts On Tape” prendono spunto dalle miriadi di podcast dedicati alla cronaca nera diventati popolarissimi di recente, che hanno spinto i BRS a mettersi nei panni di criminali e serial killer.

Il risultato è un concept album sui generis, a volte rabbioso (“COMPLY”, “GIVE UP”, “I AM NOT YOU”) altre morbidamente oscuro, con melodie ben congeniate come quelle dei singoli “MORBID FASCINATION” e “MURDER ME” o “SUCKER”. Gotico, inquietante senza dimenticare un pizzico di macabra ironia, “Ghosts On Tape” mette insieme tutto ciò che rende i Blood Red Shoes diversi, particolari, degli outsider di lusso che giocano a carte col pericolo indossando guanti di pizzo, senza inventare nulla ma mantenendo alta la tensione e viva la passione.