Un bel ritorno quello dei Beach House di Victoria Legrand e Alex Scally che in quindici anni di onorata carriera hanno creato musica commovente e multiforme, sempre alla ricerca di quel filo sottile che unisce dream pop, shoegaze, electro pop e morbida psichedelia. Un sound che ha influenzato e ridefinito i canoni di molta musica indie. Una Top 10 è quasi d’obbligo.

10. Norway
2010, da “Teen Dream”

Primo album su Sub Pop e inizio di una nuova vita per i Beach House che in “Norway” veleggiano tranquilli e ritmati senza scomporsi nè perdere un grammo di aplomb. Territori creativi fertili quelli esplorati insieme al produttore Chris Coady che daranno frutti anche in futuro.

9. Wild
2012, da “Bloom”

Sempre Chris Coady in cabina regia per i Beach House più diretti, taglienti, senza rinunciare a un pizzico di mistero in uno dei singoli di “Bloom”. Meno sognanti ma incredibilmente concreti fin dagli arpeggi in apertura, s’immergono in un’atmosfera elettrica e minimale.

8. Chariot
2017, da “B-Sides and Rarities”

Perchè non continuare con la dolcezza malinconica di “Chariot”, uno dei due inediti che impreziosivano la raccolta “B-Sides and Rarities”. La voce di Victoria Legrand è decisamente magnetica adagiata su un tappeto di tastiere e sintetizzatori che creano un’atmosfera onirica.

7. Sunset
2022, da “Once Twice Melody”

Un album a puntate l’ultimo “Once Twice Melody”, pubblicato in piccoli segmenti fino alla data d’uscita ufficiale a metà  febbraio. La dolcezza delle chitarre, la voce cristallina, le melodie sovrapposte di “Sunset” costruiscono una sapiente ragnatela sonora che apre il terzo capitolo con innata grazia.

6. House on the Hill
2006, da “Beach House”

Il primo album con le sue trame minimali e colorate, ben rappresentato da “House On The Hill” che mostra Victoria Legrand e Alex Scally in grado di tracciare percorsi sonori sobri e di gran maestria, non certo ovvi per loro che all’epoca si affacciavano nel mondo della musica che avrebbero finito per influenzare anche grazie a questo disco.

5. L’Inconnue
2018, da “7”

I Beach House più misteriosi che in questi quattro minuti e mezzo prendono spunto e ispirazione da un caso di cronaca, una giovane donna annegata nella Senna a Parigi a fine ottocento, trattando l’argomento con delicatezza e poesia, tra armonie vocali e l’intensità  che li contraddistingue da sempre.

4. Baseball Diamond
2017, da “B-Sides and Rarities”

L’altro inedito di “B-Sides and Rarities”, un piccolo gioiellino di nome “Baseball Diamond” struggente nel suo mix di serenità  e nostalgia con le tastiere che accompagnano e punteggiano testo e voce raccontando storie d’amore e tradimenti sotto il sole di un’America alle prese col suo passatempo preferito.

3. Gila
2008, da “Devotion”

C’è anche leggerezza nella musica dei Beach House, nei suoi equilibri sottili e nelle emozioni sofisticate. “Gila” è l’esempio perfetto, intelligentissima dark pop song gentilmente ritmata che dimostra tutta l’abilità  del duo Legrand ““ Scally nel sovrapporre generi diversi suonando sempre riconoscibili.

2. Elegy To The Void
2015, da “Thank Your Lucky Stars”

Il 2015 è stato l’anno dei Beach House con ben due album pubblicati a distanza di pochi mesi. “Thank Your Lucky Stars” e “Depression Cherry” rappresentano al meglio, per varietà  e convinzione, il percorso del duo di Baltimora. “Elegy To The Void” è la loro morbida anima psichedelica.

1. Sparks
2015, da “Depression Cherry”

Il sodalizio tra Chris Coady e i Beach House raggiunge il massimo risultato in brani come “Sparks”, equilibrio perfetto tra dream pop e shoegaze, sogno e distorsione con un crescendo da brividi. L’alfabeto di Victoria Legrand e Alex Scally è tutto qui, in cinque minuti e mezzo di elettrizzanti melodie.

Credit foto: David Belisle