Quarto disco per i sempre deliziosi Yumi Zouma e altra missione compiuta per la band neozelandese. Non ci era dispiaciuto il precedente lavoro, ma dobbiamo dire che anche qui si vola decisamente alti in ambito indie-pop. La band lavora bene per dare ancora più eleganza e caparbietà al proprio synth-pop, non solo dispiegando una serie di melodie molto ben riuscite, ma sopratutto curando anche i piccoli particoli che fanno la differenza.
Il disco scorre via molto bene, andando a richiamare tanto echi di sophisti-pop che faranno la gioia degli amanti degli anni ’80, quanto suggestioni care ai Fleetwood Mac. Prova sicuramente degna di merito è quella di Christie Simpson, mai così a fuoco nel calarsi perfettamente nei brani, dando valore aggiunto con le sue interpretazioni, sia che il ritmo viaggi sostenuto (“In The Eyes Of Our Love” farà felici chi apprezza le Haim) sia che il tutto si faccia notturno e morbido (“Haunt”).
Parlavamo prima dei particolari, quelli che fanno fare il salto di qualità : tutto, anche in questo ambito, fila come mai accaduto prima per la band. Parliamo degli arrangiamenti rigogliosi per aumentare l’euforia di “Give It Hell”, il sax di “Mona Lisa”, la chitarra sporca nel finale di “Razorblade”, giusto per citare i tre esempi più lampanti. Il disco ne beneficia in vitalità e le canzoni risultano più che accattivanti.
Menzione d’onore per “If I Had The Heart For Chasing” che, con i suoi toni morbidi e levigati, abraccia tanto un sottile gusto R&B quanto andamenti anni ’80, che si sublimano in un gran bel ritornello. A mio avviso la traccia migliore, che però si trova realmente in ottima compagnia.
Photo: Aaron Lee