Pescando a piene mani negli anni ottanta, passando dal new romantic goth per incrociare le melanconiche melodie dei Cure, ispirandosi a band della loro terra come i Church o gli Icehouse, impreziosite da una voce possente e imperiosa, i Johnny Hunter da Sidney hanno già  pubblicato una buona manciata di singoli ed EP. Calcano i palchi dal 2018 e “Endless Days” è il loro nuovo EP che comprende quattro brani indubbiamente interessanti che si apre con la briosa Endless Days,

che si pavoneggia, si specchia narcisista, forse perchè nata per ultima è posizionata nel punto più alto, distante da “Floor” che con con il suo incedere a molti ricorderà  la Manchester dei Joy Division.

Un brano davvero potente, con una grande forza che trascina verso il basso, sul pavimento, come è il titolo del brano, ben spiegato nelle prime righe che leggiamo nelle note sotto il video: “The floor is the lowest point. The realisation that the person you’ve become is not the person you wanted to be.

Ritmiche pesanti si aprono allo straziante ritornello di “Cry like a Man” mentre “Life” gioca con tastiere elettriche nel suo un invito alle danze

Cinque ragazzi dalle idee chiare, una vena glam che li contraddistingue, un leader, Nick Hutt, capace di magnetizzare e attrarre. Ci siamo, inutile dilungarsi, questa band ha coraggio e quella giusta attitudine per poter ambire a diventare quello che vogliono, altro che strisciare sul pavimento!

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