Continua l’ascesa delle dublinesi Pillow Queens che dopo aver pubblicato l’esordio “In Waiting” a settembre 2020 tornano in pista con la stessa grinta e un’onestà  ancora maggiore rispetto al recente passato. Il tono è decisamente più riflessivo e introspettivo, persino inquieto in dieci brani scritti nell’arco di appena tre mesi e registrati con il supporto del produttore Tommy McLaughlin. Tutto è cominciato da una frase tratta da “Bluets” di Maggie Nelson: “When I was alive, I aimed to be a student not of longing but of light“.

Luce e paura del buio, la solitudine provata durante i tour, il mondo di Sarah Corcoran e Pamela Connolly, Rachel Lyons e Cathy McGuinness che cambia e diventa più grande al crescere dei chilometri che le separano da casa. Non è un caso forse che “Leave The Light On” inizi con un basso pulsante, quello di “Be By Your Side” canzone di amore e desiderio che ha il DNA del tormentone, col ritornello arioso e il finale sfrenato in quota Warpaint. “When everyone around grows I just fall apart” è una delle frasi chiave di un disco che non poteva partire con un passo migliore.

Note dolorose e ritmate anche quelle di “The Wedding Band”, spigliata “Hearts and Minds” mentre “House That Sailed Away” è una ballata forte e fragile allo stesso tempo. L’alternanza tra le voci di Sarah Corcoran e Pamela Connolly è sempre stata un’arma importante per le Pillow Queens e in questo secondo album l’equilibrio è fluido e praticamente perfetto, amalgamato dal rock livido di “Delivered” e dal minimalismo sonoro di “Well Kept Wife”. Torna il sole caldo e triste con una “No Good Woman” che finisce in crescendo, preludio perfetto alla distorsione melodica di “Historian”.

Queer Dream Blues” questa la definizione coniata per descrivere la nuova avventura delle Pillow Queens che tra concerti in Irlanda regolarmente sold out e puntate oltreoceano con ovvia partecipazione al festival SXSW regalano un altro album di alto livello. Sentiremo parlare a lungo di questo quartetto magnetico, capace di passare dal ritmo avvolgente di “My Body Moves” a quello cristallino di “Try Try Try” mostrando un lato nuovo e ben più vulnerabile della propria personalità  musicale.

Credit Foto: Rich Gilligan