Il mese scorso, in tutte le edicole, ha fatto la sua bella mostra il numero 500 di Rockerilla. Lo storico magazine, fondato nel 1978, ha festeggiato il numero 500 con un’edizione speciale,un numero da collezione in bilico tra passato, presente e futuro
Quanta strada è stata fatta da quell’ottobre del 1978, anno in cui ha visto la luce il numero 1 di Rockerilla: dal formato tabloid delle prime edizioni, con una distribuzione rigorosamente underground, fino alla rivista vera e propria a distribuzione nazionale, Rockerilla è stata e continua a essere il punto di riferimento della musica internazionale indipendente. Non solo: un laboratorio di idee, un incubatore di talenti, un punto di partenza per tanti progetti collaterali che hanno coinvolto storiche band ed etichette, con lo sguardo costantemente rivolto alle avanguardie artistiche e alla controcultura. Vera e propria bibbia della new wave e del post-punk negli anni ’80, è stata la prima delle riviste del Bel Paese a dedicare uno spazio apposito alla scena hard&heavy internazionale. La prerogativa era quella di fungere da talent scout, di scoprire nuove realtà musicali: ne sono prova le compilation su vinile, “Gathered” nel 1982 e “Body Sectio”n nel 1983, che Rockerilla ha prodotto e che già in quegli anni proponevano band come Litfiba, Diaframma, Pankow e Death SS. Attentissima ai rivolgimenti della scena grunge degli anni ’90 (è stata media partner in occasione dei concerti dei Nirvana in Italia), ma anche al fenomeno britpop, nel corso degli anni 2000 ha saputo reinventarsi e stare al passo coi tempi, facendo i conti con l’era del web, dei social media, delle piattaforme streaming e della musica interamente globalizzata.
Il numero 500, lungi dal voler essere una mera autocelebrazione, è stato un’occasione per sottolineare una volta di più il valore della memoria, pur nella consapevolezza che il passato è soltanto una parte del percorso, che il presente è in continuo divenire, e il futuro ancora tutto da scrivere.
Non si poteva, a questo punto, non scambiare 2 chiacchiere con Isabella Rivera, direttrice della storica rivista.
La prima domanda non può che essere fatta partendo da questo numero…500. Sinceramente…ma non ti fa un po’ tremare le gambe? Ci parli di questo numero bellissimo uscito il mese scorso? Come è stato scavare nel passato?
Considerando che Rockerilla ha sempre fatto parte della mia vita (mio padre è nello staff dal ’79) in un certo senso la preparazione del numero 500 è stato un tuffo nei ricordi, una ri-scoperta ma, in alcuni casi, anche una rivelazione.
Il suo archivio, dall’indubbio fascino, non mi pareva tanto sconfinato fino a quando ho cercato di riemergervi, indenne, dopo mesi di consultazione, con una selezione che potesse offrire testimonianza di un passato costituito da materiale di ben oltre 500 numeri.
è stato un viaggio emozionale non privo di conseguenze visto che ha dato il La a futuri approfondimenti direttamente dall’archivio.
In tempi in cui la lettura, così come l’ascolto dei dischi, è veloce e ormai il web sembra farla da padrone, cosa vuol dire portare avanti un magazine cartaceo? Parlo ovviamente sia dal punto di vista economico ma anche “emozionale”.
Ti rispondo con una frase ben in evidenza sul frigorifero della mia cucina, un messaggio scritto a mano, diversi anni fa, da una lettrice poi diventata nostra collaboratrice: ‘Per fare una rivista di musica come Rockerilla oggi in Italia ci vogliono passione, idealismo, amore per la cultura e un pizzico di follia! Grazie‘.
Gli anni passano, si perde l’abitudine alla lettura, e di conseguenza alla buona scrittura, la fruizione della musica diventa troppo spesso superficiale, anche le riviste con sovvenzioni statali chiudono, la stessa sorte tocca a cartiere e tipografie mentre la carta arriva ad aumentare dell’81% da novembre ad oggi”…non posso che sentirmi ogni giorno più FOLLE nel continuare a condurre la più longeva rivista italiana di musica rock e alternativa.
Ma un progetto come quello di Rockerilla, con la sua storia, il suo patrimonio culturale e soprattutto la passione con la quale ogni mese viene plasmata, senza interruzione alcuna da quasi 44 anni, non si piega alla logica del profitto.
Rockerilla ha ospitato penne pregiatissime sulle proprie pagine, così come interviste a big assoluti. C’è qualche giornalista o qualche articolo che ti sono rimasti particolarmente impressi in questi anni?
Ho avuto il privilegio e l’onore di poter approfondire la conoscenza di Alessandro Calovolo, maestro, mentore e amico, penna senza eguali nella critica musicale scritta, punto di riferimento per innumerevoli lettori e per gli stessi critici, capace di ammaliare attraverso la sua scrittura, oltre che anima dotata di rara sensibilità e inconsueta empatia. Proprio quest’anno cade il venticinquesimo anniversario della sua prematura scomparsa e non poteva esserci occasione migliore per ripubblicare una delle sue memorabili interviste, certo la scelta è stata ardua ma all’unanimità si è optato per la ripubblicazione dell’intervista ai Cocteau Twins pubblicata sul n °99 del 1988.
Tanti anni di attività , tante gioie ma forse anche qualche rimpianto?
La cadenza mensile è inclemente, scandisce inesorabilmente la tua vita, giunta al n °500 sono operativa, a vario titolo da ben 235 numeri/22 anni circa e in alcuni di questi ultimi anni ho sottratto troppo tempo alla mia vita privata.
Grazie ancora per la tua gentilezza Isa, chiudiamo guardando avanti…cosa vedi nel futuro di Rockerilla?
Mai come ora il futuro è difficile da prevedere e progettare, sicuramente il test del numero di aprile 2020, reso disponibile in free download in occasione del lockdown ci ha dimostrato che il nostro non è un pubblico che ama leggere la rivista in digitale.
Al momento siamo al lavoro per il numero di giugno e un progetto dal nostro archivio. Buona lettura!
Ps: Una precisazione: celebriamo il numero 500 della “‘nuova’ numerazione, ad ottobre 1978 esce il primo numero di Rockerilla in formato tabloid al quale ne seguirono altri 7 dello stesso formato. Dal numero 9 del 1979 il formato diventa rivista e a gennaio 1980 la numerazione riparte da 1 con The Clash in copertina.