Compie trent’anni “Angel Dust”, il quarto album dei Faith No More. Un anniversario importante per un’opera davvero imprescindibile per il crossover in tutte le sue svariate forme. Difficile non lasciarsi prendere dall’entusiasmo nel provare a descrivere un disco che, sotto i ritornelli acchiapponi alla “Midlife Crisis” e l’irresistibile potenza del groove di una sezione ritmica quanto mai incendiaria, nasconde qualcosa di molto più complesso. Un’opera realmente rivoluzionaria perchè, oggi come ieri, risulta indefinibile ed eccitante, ricca com’è di sorprese ed evoluzioni continue.

Un’ora di colpi di scena musicali totalmente dominati dalla voce eclettica di un Mike Patton che, nonostante la giovanissima età , riesce a imporre il suo personalissimo stile dopo aver subito (se così si può dire) le decisioni dei compagni nel precedente “The Real Thing”. Dice bene il critico Ned Raggett che, sulle pagine di AllMusic, descrive “Angel Dust” come un capolavoro bizzarro: non c’è una singola canzone contenuta in questo album che non suoni in maniera stravagante o eccentrica.

Di questo possiamo essere certi anche senza sentirci in dovere di tirare in ballo le due strampalatissime cover inserite in scaletta, tanto straordinarie quanto assolutamente fuori contesto: “Midnight Cowboy”, il tema strumentale dalla colonna sonora del film “Un uomo da marciapiede”, e naturalmente il celebre classico pop soul “Easy” dei Commodores, una fedele rilettura del gioiello di Lionel Richie uscita inizialmente solo come singolo ma talmente amata (anche perchè l’interpretazione di Patton è straordinaria) da meritarsi un recupero dell’ultima ora come bonus track nella ristampa datata 1993.

I brani originali di “Angel Dust”, in costante bilico tra genialità  e cialtroneria, lasciano il segno nell’ascoltatore poichè contraddistinti da un’ambiguità  quasi inedita in ambito rock. Alla voglia di divertire e divertirsi, che emerge in maniera netta negli episodi funk metal più coinvolgenti, diretti e incandescenti (“Land Of Sunshine” e “Be Aggressive” non sfigurerebbero in una festa a tema anni “’90), fa da contraltare l’impeto drammatico di una lunga sfilza di canzoni epiche, monumentali e, a volte, anche estremamente cupe (vedi le folli e pesantissime “Caffeine”, “Malpractice” e “Jizzlobber”, con un Mike Patton in modalità  carta vetrata).

Il fuoco colossale e magnifico nel quale bruciano le note di “Smaller And Smaller”, “Everything’s Ruined” e “Kindergarten” viene alimentato dal collante che unisce quattro musicisti del calibro di Roddy Bottum (tastiere), Billy Gould (basso), Mike Bordin (batteria) e Jim Martin (chitarra), tutti comprimari di lusso in un campo di battaglia dove, come già  accennato in precedenza, a dettar legge è il Mike Patton più poliedrico e incontrollabile.

Un maestro del trasformismo e della manipolazione vocale che spadroneggia anche nei casi più curiosi ed eclatanti, per nulla una rarità  nel pazzo universo dei Faith No More di “Angel Dust”. Le melodie orientaleggianti di “A Small Victory”, i ritmi marziali e le sfumature funk/jazz di “Crack Hitler” e lo strambo minestrone terzinato in salsa country/pop/lounge di “RV” sono ancora qui, a distanza di trent’anni dal primo ascolto, a ricordarci la grandezza di una band mai troppo celebrata.

Data di pubblicazione: 8 giugno 1992
Tracce: 13
Lunghezza: 58:47
Etichetta: Slash / Reprise
Produttori: Matt Wallace, Faith No More

Tracklist:
1. Land Of Sunshine
2. Caffeine
3. Midlife Crisis
4. RV
5. Smaller And Smaller
6. Everything’s Ruined
7. Malpractice
8. Kindergarten
9. Be Aggressive
10. A Small Victory
11. Crack Hitler
12. Jizzlobber
13. Midnight Cowboy