Apprendiamo della scomparsa di Dario Parisini a soli 56 anni. Parisini era stato legato al mondo del cinema in gioventù, grazie a Pupi Avati, ma noi lo ricordiamo con ammirazione ed affetto sopratutto per la successiva carriera musicale che lo vede elemento cardine nei Disciplinatha e successivamente nei Dish-Is-Nein, i suoi progetti più conosciuti, ma non certo gli unici.

Questo è il comunicato che i Dish-Is-Nein hanno scritto: “Questo è un comunicato che non avremmo mai e poi mai voluto scrivere. Dario, l’amico di una vita, il compagno di 30 e passa anni di avventura musicale, una delle persone più brillanti, eccentriche, geniali, uno dei chitarristi più originali, unico nel suo stile, un artista, un pilastro della nostra esistenza “… Dario Parisini, chitarrista dei Disciplinatha, Massimo Volume e Dish-Is-Nein, ieri se ne è andato “…Un male tremendo, implacabile, se l’è portato via. Nulla sarà  mai più come prima “… nulla. Ci lascia un vuoto umano prima ed artistico poi assolutamente incolmabile, una voragine, un dolore insanabile. Quello però che rimane, forte, fulgido, incancellabile, sono le centinaia, migliaia di momenti vissuti e condividi assieme“. (Le parole sono di Cristiano Santini)

Riportiamo anche le parole di Emidio Clementi

Ieri si è spento Dario. E’ terribile doverlo ammettere, così com’è faticoso anche scrivere queste poche righe. A vent’anni, prima ancora di diventare amici, con la sua bellezza, il suo carisma, il suo aspetto algido, Dario era l’incarnazione di quello che tutti noi avremmo voluto essere. Nessuno sapeva stare sulla scena come lui. Il palco era il suo habitat naturale. Credo fosse a Roma, durante un nostro concerto, nel silenzio tra un pezzo e l’altro gli squillò il cellulare. Chiunque altro di noi avrebbe maledetto la propria sbadataggine. Lui la trasformò in un colpo di teatro. Con estrema nonchalance mollò la chitarra, tirò fuori il telefono dalla tasca (un Motorola a conchiglia) e rispose. «Non posso parlare, sto suonando, ti richiamo dopo ». A parlare con lui si aveva sempre la sensazione che il tuo sguardo prendesse un’altra direzione sulle cose, imprevista, spesso seducente. Ma più di tutto, a colpire, era il suo disprezzo per il risparmio. Il bisogno irresistibile di disfarsi perfino delle cose a cui teneva, anche le più preziose, con lo spirito del santo e dell’incosciente. Anche per questo era difficile resistere al suo fascino. Se ci sentisse vorremmo dirgli solo questo: sei stato un amico, ci mancherai, ti penseremo“.

….abbiamo tanti, tantissimi ricordi di questa persona…ci mancherai tantissimo Dario.