Fantastic Negrito, a nemmeno di due anni di distanza da “Have You Lost Your Mind Yet“, ritorna con questo suo quinto LP, pubblicato questa volta dalla Storefront Records, l’etichetta di sua proprietà .

Il disco del californiano, scritto e registrato nella sua città , Oakland, fa parte di un progetto multimediale da lui stesso creato che comprende anche un film ed “è basato sulla storia vera della nonna scozzese bianca di settima generazione di Negrito (nonna Gallamore), una serva a contratto che vive in un matrimonio di diritto comune con il nonno afroamericano di settima generazione (nonno Courage), una sfida alle leggi razziste e separatiste della Virginia coloniale del 1750”, spiega la press-release.

Composto da tredici canzoni, scelte tra le oltre cinquanta scritte dal musicista statunitense in poco più di un anno, “White Jesus Black Problems” si apre con “Venomous Dogma”: inizialmente sono delicati cori a introdurci a questo pezzo, che poi prende una strada differente, facendo uso di synth, ma anche di elementi funk, gospel, psichedelici e di rock pesante, senza dimenticare anche un’apertura verso il pop.

La seguente “Highest Bidder”, uno dei singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album, è una vera bomba con quei suoi ritmi e beat e quella sua anima funk che lo rendono assolutamente irresistibile e irrefrenabile.

Poco più avanti il pop di “Nibbadip” è una vera delizia che sembra essere uscito da un disco di alcuni decenni fa e quel suo ritornello, impreziosito dai backing vocals di tre cantanti femminili, sembra essere un viaggio puro dentro il mondo soul.

Fantastico “Man With No Name” che riesce nella sua sperimentazione di unire il funk tanto caro a James Brown con elementi rock, mentre “Trudoo”, partendo con atmosfere blues, si trasforma in qualcosa più vicino al R&B, utilizzando però anche numerosi elementi elettronici, che lo rendono molto esaltante.

Mentre cerca di parlare di argomenti importanti e di lanciare messaggi positivi, Xavier Amin Dphrepaulezz (questo il suo vero nome) ci porta ancora una volta a fare un viaggio piacevole e pieno di energia all’interno del suo mondo sonoro in cui non ha mai paura di sperimentare, continuando a unire elementi soul e funk ad altri che invece provengono dal rock e dal blues: il risultato è ricco, solido, intenso e interessante.

Credit Foto: Travis Shinn